24 aprile 2018 - 08:49

Incendio devasta Se.Fi ambiente, azienda di smaltimento rifiuti speciali

Il rogo lunedì sera. Il sindaco Cereser: «State in luoghi chiusi, non consumate ortaggi della zona». Pd: «La Regione intervenga, sembra disegno criminoso»

di Redazione online

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SAN DONA’ DI PIAVE (Venezia) Un grosso incendio è divampato nella serata di lunedì, intorno alle 21.30, per cause ancora al vaglio degli inquirenti, in un’azienda di smaltimento rifiuti speciali, la Se.fi Ambiente di via Argine di Mezzo a San Donà di Piave (Venezia) di circa 5.000 metri quadri.

Le operazioni di spegnimento da parte dei vigili del fuoco sono proseguite per tutta la notte. Le squadre intervenute dal locale distaccamento, Portogruaro, Mestre, Motta di Livenza, Treviso con 12 mezzi antincendio e 40 operatori anche con l’ausilio di un mezzo aereoportuale Strike, sono riusciti a circoscrivere l’incendio intorno alle 3.30 di martedì mattina. Sono in corso le operazioni di spegnimento degli ultimi focolai e le attività di verifica dell’azienda. Sul posto l’Arpav per le misurazioni ambientali e i rischi di intossicazione. A scopo precauzionale nella notte anche un’ambulanza con personale del Suem 118.

Le cause del rogo

Le cause del rogo sono al vaglio del NIAT (nucleo investigativo antincendio territoriale). Le operazioni di soccorso dei vigili del fuoco proseguiranno presumibilmente durante tutta la giornata di martedì. Sul posto nella notte anche il sindaco della città del Piave, Andrea Cereser, che su Facebook ha scritto: «Grazie all’uso di schiumogeni, l’incendio è stato arginato. Arpav sta completando il campionamento dell’aria in più punti. I dati saranno disponibili in poco tempo. In attesa dei risultati, si consiglia di privilegiare la permanenza in luoghi chiusi, almeno nella zona di Destra Piave. Un grande ringraziamento a tutto il personale (vigili del fuoco, carabinieri, protezione civile, Arpav, polizia locale) che si sta adoperando per gestire al meglio questa situazione». Gli esiti delle analisi sui primi due campioni di aria, prelevati a 400 e 700 metri dal luogo dell’incendio, hanno dato «esiti confortanti», informa ancora il sindaco. «Al momento, quindi, non c’è necessità di disporre misure straordinarie.Nel corso della giornata saranno effettuati altri campionamenti. Per precauzione, come è di prassi, si consiglia di non consumare ortaggi coltivati entro un raggio di 500 metri sino a quando non saranno disponibili gli esiti delle analisi su queste matrici».

I rilievi dell’Arpav

La nota dell’Arpav parla chiaro: «Su chiamata dei Vigili del Fuoco, i tecnici Arpav del Dipartimento di Venezia sono intervenuti la scorsa notte all’impianto di gestione rifiuti speciali SE.FI Ambiente . Sono stati realizzati campioni di aria ambiente nelle vicinanze dell’ impianto e a valle presso Caposile sulla base delle condizioni meteo. Pur essendo l’evento importante, le condizioni della combustione con temperature alte hanno favorito l’innalzamento della colonna di fumo e, dunque, la dispersione. Nei referti dei primi campioni, inviati al sindaco e alla Usl di competenza, prelevati in concomitanza dell’incendio, si riscontrano tracce di alcuni contaminanti tipici di incendi». I rilievi proseguiranno anche nella giornata di martedì nelle zone contigue.

La polemica

«Gli incendi nei centri di trattamento rifiuti stanno diventando una preoccupante “abitudine” in Veneto. Occorre intervenire in maniera decisa perché non si può parlare di casualità: o le aziende non applicano in maniera corretta le norme sulla sicurezza e la prevenzione, oppure siamo di fronte a un disegno criminale». A dirlo sono i consiglieri del Partito Democratico Andrea Zanoni e Francesca Zottis commentando quanto accaduto alla Se.Fi. «Per fortuna l’analisi dei primi due campioni di aria, secondo quanto riferito dal sindaco, hanno dato un esito confortante, sebbene sia stato consigliato di stare al chiuso e di non consumare ortaggi coltivati entro un raggio di 500 metri - aggiungono -. Sembra che non ci siano stati né gravi danni, grazie al pronto intervento degli operatori che ringraziamo, né dolo. La sostanza però non cambia. Questi episodi si ripetono con troppa frequenza, l’ultimo nel Veronese appena 10 giorni fa, e troppo spesso sono di origine dolosa». «Non possiamo ancora sottovalutarli: il procuratore nazionale Antimafia Federico Cafiero De Raho nel corso di un convegno a Treviso - ricordano - aveva parlato di “modalità tipica delle mafie, e della ‘ndrangheta in particolare, per intimidire ed estorcere denaro”». Gli esponenti democratici sottolineano di «aver presentato, e continueremo a farlo, numerose interrogazioni per sollecitare verifiche serie e urgenti sulle attività di questi centri».

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