27 dicembre 2018 - 08:32

Venezia, il tesoretto del ticket: si inizia con le crociere, poi con i treni

La stima del Comune parte da 20 milioni di euro. Ca’ Farsetti aspetta il via libera anche dalla Camera

di Francesco Bottazzo

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VENEZIA I crocieristi (assieme ai turisti che arrivano con i lancioni granturismo da fuori comune) saranno i primi a dover pagare la tassa di sbarco. Uno, due, cinque euro è prematuro dirlo, anche perché a Ca’ Farsetti sono tutti in attesa che il provvedimento dopo il via libera del Senato ottenga, prima della fine dell’anno, l’approvazione definitiva da parte della Camera. Chiamatela scaramanzia, o timore che qualche «manina» ci metta del suo per cancellare tutto. Il ticket a Luigi Brugnaro serve come il pane, non per fare cassa come ha avuto più volte di sottolineare il sindaco-imprenditore, ma per far contribuire anche i pendolari alla gestione della città. Per pagare gli straordinari dei vigili, il lavoro maggiorato degli spazzini, ridurre le imposte ai veneziani, incentivare la residenza invertendo lo spopolamento del centro storico che ormai dura da anni. Ne ha parlato al ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli nella sua visita a Ca’ Farsetti, lo ha chiesto al ministro dell’Economia Giovanni Tria, si è raccomandato con la presidente del Senato Maria Elisabetta Casellati, ha chiesto l’intervento prima di Natale del presidente della Repubblica Sergio Mattarella in un colloquio avuto al Quirinale.

Le grandi navi a Venezia (archivio)
Le grandi navi a Venezia (archivio)

I «mordi e fuggi»

Del resto il solo extra-costo turistico della raccolta dei rifiuti in centro storico arriva a 30 milioni di euro e la tassa di soggiorno già in vigore, va a «colpire» solo i turisti che soggiornano nel comune. Tutti gli altri, i cosidetti «mordi e fuggi» (che alla fine sono quelli che sporcano di più e spendono di meno) non riescono a venire intercettati. Se la tassa di sbarco venisse confermata anche dalla Camera Ca’ Farsetti potrebbe poter chiedere un contributo oltre ai crocieristi e a chi arriva con i granturismo anche a chi usa il treno. Sia chiaro non si sta parlando degli abitanti della Città metropolitana di Venezia, tanto meno dei veneti, ma di tutti gli altri visitatori. Per poter introdurre il ticket serve una grande infrastruttura informatica di base che gestisca il tutto, e per questo sono stati stanziati parte dei dieci milioni di euro del Patto per Venezia per il turismo, siglato dall’allora premier Matteo Renzi e Luigi Brugnaro. Servirà il passaggio in giunta, probabilmente anche in consiglio comunale, di certo sarà la discussione dei prossimi mesi. «L’importante è che fondi siano usati, come avviene per la tassa di soggiorno, per il pagamento di servizi legati al turismo e alla pulizia della città — interviene l’assessore regionale al Turismo Federico Caner — Venezia in alcuni mesi si trova a vivere situazioni difficili a causa dei flussi elevati».

Il piano

A Ca’ Farsetti sono pronti a far partire il piano dopo l’approvazione del Parlamento. Al ritorno dalle vacanze di Natale cominceranno riunioni e studi per arrivare ai primi provvedimenti possibilmente entro l’estate. Per i crocieristi è più facile perché anche le compagnie si sono già dimostrate disponibili al ticket, per chi arriva in treno dovrà essere avviato un dialogo con Trenitalia (con cui sembra esserci uno scambio proficuo dopo l’accordo sulla riqualificazione della stazione di Mestre siglato la scorsa settimana) e Italo andando ad intercettare le lunghe percorrenze. Potrebbero arrivare venti milioni o anche 100, dipende dalla quantificazione del ticket, ma l’obiettivo del sindaco non è trasformare Venezia in una città a pagamento ma gestire i flussi evitando i picchi e riconoscendo gli extra-costi.

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