21 luglio 2018 - 08:35

Salvini: «Autonomia, entro l’estate sì del governo». Stefani: «Chiudere subito l’intesa per il Veneto»

E Venezia festeggia la nomina di Luca Antonini alla Consulta: «Lui ci capisce»

di Silvia Maria Dubois

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VENEZIA «Conto che entro l’estate il Consiglio dei ministri possa approvare quello che Veneto, Lombardia ed Emilia-Romagna porteranno come richieste». È un’azione lampo sull’autonomia quella annunciata dal ministro dell’Interno Matteo Salvini, a margine dell’ultimo federale, in un caldissimo pomeriggio milanese. La staffetta estiva, su cui si giocano tutte le facce e le promesse post referendarie in casa Lega, si vuole chiudere quanto prima. Parola d’ordine: tirare dritto. «Ho sentito Luca Zaia e ho incontrato Attilio Fontana - spiega Salvini -. L’obiettivo? Entro la fine di questo mese avere le idee chiare su qual è la strada più veloce da percorrere e poi dare un seguito al voto di quasi due milioni di cittadini italiani che in Veneto e in Lombardia per ora, e in altre regioni mi auguro, chiedono una politica più vicina ai territorio».

Autonomie «differenziate»

A Roma si sta già lavorando su tre autonomie differenziate, a seconda delle singole richieste dei territori, dentro un percorso legislativo identico per tutti. Non solo: sembra che la Regione con cui si chiuderà per prima l’intesa sia proprio il Veneto. «Sto lavorando pancia a terra per accelerare il più possibile e stringere i tempi - conferma il ministro all’Autonomia Erika Stefani -. Il nostro obiettivo è l’autonomia delle regioni che ne hanno fatto richiesta. Già questo mese vogliamo chiudere l’intesa con quelle che hanno già specificato le competenze che intendono chiedere e proprio su questo aspetto serve un grande gioco di squadra all’interno del governo». Accanto a Lombardia e Veneto, pronta anche l’Emilia, seppur con qualche scetticismo: «Quella di Salvini è un’ottima notizia - spiega il presidente Stefano Bonaccini -, ma io sono abituato a valutare i fatti e non le parole perché negli ultimi tempi ne abbiamo sentite anche troppe. Noi comunque siamo pronti».

Sostegno bipartisan per Antonini

Ma le ultime ore sono state intense e il Nordest festeggia anche un altro «assist»: l’avvocato con il «Veneto nel cuore», Luca Antonini, professore ordinario di Diritto costituzionale all’Università di Padova, è stato eletto alla Corte Costituzionale. Il grande saggio di Zaia, dopo tanti duelli giuridici con Roma (dal federalismo fiscale alla guida del team per l’autonomia del Veneto, dall’opposizione delle aperture domenicali alle barricate sui vaccini) ora «passa dall’altra parte». Una promozione che in tanti già leggono come un «presidio» sicuro delle istanze locali. «La sua nomina è motivo di orgoglio per tutti - gioisce il governatore - sono certo che nell’altissimo ruolo al quale il Parlamento lo ha designato, confermerà quelle doti di equilibrio, saggezza, imparzialità di giudizio, cultura giuridica che da sempre lo contraddistinguono»«La sua presenta potrà dare un maggior equilibrio fra Stato e autonomie locali — aggiunge Stefano Fracasso (Pd) -.Spesso, la Corte Costituzionale ha dimostrato interpretazioni centralistiche». Anche Jacopo Berti (M5S) è d’accordo: «Avrà modo di portare avanti la battaglia del federalismo, la vera democrazia dei popoli che vede nell’autonomia il suo sbocco naturale». «La sua presenza può servire a far capire che molte leggi regionali hanno ragione d’essere - interviene Roberto Ciambetti (Lega). Da oggi mi aspetto una visione più ampia dalla Corte Costituzionale, con Antonini l’approccio può finalmente cambiare, con chi vede il territorio da vicino e non dalla finestra lontana di un palazzo romano».

Il costituzionalista

Il collega costituzionalista Mario Bertolissi, però, frena gli entusiasmi politici. «Sarà un uomo in mezzo ad altri quattordici uomini, non so come all’interno siano gli schieramenti, non è facile destreggiarsi in un collegio così composito, ognuno ha le sue opinioni e per di più, dopo, deve elevarsi sopra i propri convincimenti - spiega il docente -. L’attività del giudice, anche in questo caso, resta misteriosa. Vogliamo un commento descrittivo? A Roma avremo uno in più che condivide le idee generali dell’autonomia locale. Ma qui mi fermo. Il ruolo in cui opererà Antonini è complesso. Quello che veramente conta è che lui riesca a rafforzare l’autorevolezza e la forza di un organo, come la Corte Costituzionale, che in alcuni periodi ha perso legittimità».

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