6 ottobre 2018 - 19:09

È «made in Veneto» la nave anti- Salvini salpata per la Libia

Gli armatori sono l’ex tuta bianca Luca Casarini e Beppe Caccia. I due hanno acceso un crowdfunding e un mutuo presso la Banca Etica

di Gloria Bertasi

shadow

VENEZIA Ci hanno lavorato tutta l’estate, hanno acceso un crowdfunding e, soprattutto, un mutuo presso la Banca Etica e si sono inventati armatori, acquistando la Mediterranea, la prima nave battente bandiera italiana impegnata nel pattugliamento del Mediterraneo e, eventualmente, nel soccorso di uomini e donne, in fuga dall’Africa, in mare aperto. La Mediterranea nasce da una coalizione tra associazioni, ma l’idea parla veneto, sono le ex tute bianche, ex disobbedienti e leader dei centri sociali Luca Casarini e Beppe Caccia (ex assessore comunale di Venezia al Sociale, sotto la giunta di Paolo Costa, e fino al 2014 consigliere) ad averla studiata e concretizzata. «Ci siamo guardati in faccia e ci siamo detti che era ora di fare qualcosa di fronte a quello che il nostro Paese e l’Europa stavano facendo o non facendo in mezzo al mare», racconta Caccia, che nei giorni scorsi, insieme a Casarini, è salito a bordo della nave e ora naviga ai confini con la Libia, in acque italiane.

La linea di credito

L’imbarcazione è stata acquistata grazie a una linea di credito di banca Etica e ad una serie di donazioni, ed è stata attrezzata con infermeria e servizi igienici. «Se sarà necessario interverremo a soccorrere chi ne ha bisogno e, battendo bandiera italiana, il nostro riferimento sarà la Capitaneria di porto per le comunicazioni del caso», aggiunge. La missione, per ora, durerà due mesi con trance di quindici giorni alla volta in mare e cambio di equipaggio al porto. Tra le associazioni coinvolte, Ya basta, il sito web I diavoli, Arci, la Comunità di San Benedetto al Porto (Genova), Molti volti di Palermo, BaobabExperience di Roma e parlamentari di Sinistra italiana, eletti nelle liste di Leu.

© RIPRODUZIONE RISERVATA