29 gennaio 2019 - 11:00

Venezia, Ponte della Libertà come l’Area C di Milano. E quattro bollini colorati per la tassa di sbarco

Regolamento pronto: accesso da 3 a 10 euro. Il collegamento con la terra ferma funzionerà come nel capoluogo lombardo: entrano solo determinati veicoli, gli altri pagano

di Francesco Bottazzo

shadow

VENEZIA Quattro colori, quattro bollini, quattro tariffe: il regolamento della tassa di sbarco parte da qua. Ormai il testo è pronto e la prossima settimana verrà approvato dalla giunta per poi passare in consiglio comunale. Non pagheranno i veneti così come aveva promesso il sindaco Luigi Brugnaro al governatore Luca Zaia, ma accanto ai bollini Ca’ Farsetti sta varando la rivoluzione degli accessi in auto, trasformando il ponte della Libertà in una sorta di zona a traffico limitato com’è l’Area C a Milano dove possono entrare solo determinati veicoli e gli altri per farlo devono pagare. La misura bypassa le limitazioni della Legge di Bilancio che autorizza la tassa di sbarco anche a Venezia ma limitatamente ai vettori. E le macchine non sono vettori. Così facendo però — introducendo il ticket per crocieristi, lancioni gran turismo e a chi arriva in treno — si rischiava involontariamente di incentivare l’arrivo a piazzale Roma e al Tronchetto in automobile, aumentando ancora di più il traffico sul ponte della Libertà e intasando i parcheggi. E’ chiaro che difficilmente tutte le misure potranno essere attivate contemporaneamente, molto dipenderà dal tempo che impiegherà il Comune a trovare un accordo con i vettori, soprattutto con le società che offrono il servizio ferroviario.

Turisti a Venezia, arriva il regolamento della tassa di sbarco (archivio)
Turisti a Venezia, arriva il regolamento della tassa di sbarco (archivio)

Il regolamento

Il punto di partenza però rimane il regolamento che gli Uffici stanno limando in collaborazione con lo studio Gianni, Origoni, Grippo, Cappelli & Partners che sta fornendo assistenza legale a Ca’ Farsetti. Sono stati individuati quattro bollini, a seconda dei periodi dell’anno e dell’affluenza dei turisti. Bianco, quello ordinario di 6 euro, rosso di otto, nero (nei giorni di punta, l’anno scorso furono dieci nei mesi estivi) dieci, e verde al costo di 3 euro quando la città è facilmente visitabile. Accanto alle tariffe sono previste tutta una serie di esenzioni ed esclusioni, dai veneti a chi deve testimoniare in tribunale, da chi va a trovare un partente a chi usufruisce di centri di riabilitazione in centro storico. E’ questo il capitolo particolarmente delicato che potrebbe sfociare in diversi ricorsi, per questo il Comune si è affidato a uno dei maggiori studi legali in materia. Stime di incassi ancora non ce ne sono, perché mancano i numeri sugli accessi soprattutto ferroviari, ma Ca’ Farsetti spera di incassare almeno 15-20 milioni di euro.

La sperimentazione

Per i primi sei mesi (il sindaco ha più volte detto di voler cominciare tra maggio e giugno e l’ha ribadito anche durante la riunione di maggioranza) sarà sperimentale, aperto a modifiche e integrazioni che possano migliorare il sistema che, nel giro di tre anni, dovrà portare alla prenotazione obbligatoria. Intanto collegato ai bollini ci sarà l’introduzione della zona a traffico limitato. Il provvedimento cercherà di andare di pari passo con il regolamento anche si i tempi potrebbero essere diversi visto che l’area limitata dovrà essere inserita all’interno del Piano della mobilità e le telecamere dovranno essere omologate dal ministero. L’obiettivo comunque è di chiedere un contributo anche a coloro che visitano Venezia arrivando in auto, bypassando le limitazioni del contributo di sbarco. In questo modo potrebbero essere intercettati i turisti del litorale, ma anche i veneti che vanno a fare la gita fuori porta in laguna. E in questo caso non verrebbero esclusi, anche se oggi è prematuro azzardare qualsiasi ipotesi.

© RIPRODUZIONE RISERVATA