6 ottobre 2018 - 14:10

Mozione antiaborto, consiglieri Pd sfiduciano la capogruppo. E Zelger (Lega): aborto abominevole delitto

La nota dei tre esponenti politici dem in consiglio comunale: l’adesione non è compatibile al ruolo che ha adesso. Il promotore del documento: sussidi alla maternità come nella Russia di Putin

di Redazione Online

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Carla Padovani
Carla Padovani

VERONA I consiglieri comunali del Partito Democratico di Verona sfiduciano la capogruppo Carla Padovani e ne chiedono le dimissioni per il suo appoggio all’approvazione dell’altra sera della mozione antiabortista sostenuta dalla Lega e dal sindaco di Verona. Secondo Elisa La Paglia, Stefano Vallani, Federico Benini «la posizione di adesione alla mozione espressa dalla capogruppo è inaccettabile. Crediamo che la consigliera Padovani non sia più compatibile con il ruolo di capogruppo, pertanto ne chiediamo formalmente le dimissioni».

Zelger (Lega): aborto abominevole delitto

Mentre il Pd fa i conti col caso Paladini, scoppia la polemica legata alle dichiarazioni del consigliere comunale della Lega Alberto Zelger alla «Zanzara» su Radio 24: «L’aborto non è un diritto, è un abominevole delitto. Il mio esempio è la Russia di Putin, dove gli aborti sono scesi da quattro milioni l’anno a due con sussidi alla maternità». Zelger è stato il promotore della mozione anti-abortista approvata anche con il voto favorevole della capogruppo del Pd. «Fosse per me — aggiunge Zelger — la legge sull’aborto, la 194, non dovrebbe esistere. Sono contrario all’aborto, del tutto in linea con la posizione del ministro Fontana. Significa uccidere un bambino nella pancia della mamma. I gay sono una sciagura per la riproduzione e la conservazione della specie. Provate a mettere in una città una popolazione di omosessuali. Dopo cent’anni è estinta. È matematico, e io sono laureato in matematica».

I malesseri nel Pd

Invece nel Pd i consiglieri comunali puntualizzano che «laposizione di adesione alla mozione espressa dalla capogruppo è inaccettabile - aggiungono - perché tale mozione mistifica principi e risultati della Legge 194, che ha svolto e svolge un ruolo fondamentale nell’emancipazione non solo della donna ma della società italiana intera; tenta - osservano La Paglia, Vallani e Benini - in modo strumentale di colpevolizzare la figura della donna riconducendo la dolorosa scelta dell’aborto all’origine del processo di calo demografico del Paese; attacca gratuitamente la credibilità di presidi di salute fondamentali come i consultori e ospedali; bolla come `uccisioni nascoste´ lo scarto di embrioni in uso nelle tecniche di procreazione medicalmente assistita; strumentalizza la funzione di un consiglio comunale chiamato ad amministrare le risorse pubbliche e non a fare propaganda». «Per tutti questi motivi - concludono - crediamo che la consigliera Padovani non sia più compatibile con il ruolo di capogruppo di una forza che vuole essere d’alternativa e sconfiggere i beceri populismi, pertanto ne chiediamo formalmente le dimissioni». Da Alessia Rotta a Valeria Fedeli, in tanti le avevano chiesto le dimissioni.

Il ritratto

Fervente cattolica, nell’ultima campagna elettorale Carla Padovani marzo si era dissociata ufficialmente dal video del Pd in cui si celebrava la legge Cirinnà e parlava una coppia gay. La capogruppo in consiglio comunale del Pd, quando il sindaco Sboarina e la giunta andarono in pellegrinaggio al Santuario della Madonna della Corona come voto per la loro elezione, si era aggregata al gruppo spiegando che lei è una credente e che non c’entrava nulla che quella fosse la celebrazione per la vittoria di quelli che - in teoria - dovrebbero essere i suoi antagonisti politici. Aveva motivato il suo voto favorevole alla mozione sostenendo che «io mi riconosco assolutamente nel Pd, ma ci sono dei principi in cui credo che vengono prima di tutto. Tra questi c’è quello del sostegno alla vita. Che per me è imprescindibile».

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