23 agosto 2018 - 10:01

Vicenza, l’assessore islamico-leghista che sfratta i rom: «Fate come me»

Moreno Marsetti, in giunta a Malo: «Bisogna fare la volontà della nostra gente»

di Silvia Maria Dubois

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VICENZA A nutrizionisti e animalisti, su Facebook, risponde con le foto di birra e salsiccia di Bud Spencer. A chi scandaglia il suo credo islamico in cerca di cortocircuiti con il suo partito, la Lega, risponde con un blindato «siamo in Italia, va rispettata la legge italiana». E tanti saluti. Non lo freghi Moreno Marsetti. Lui è l’assessore alla Sicurezza di Malo (Vicenza) che giusto due giorni fa ha preso il carro attrezzi per far sgomberare le roulotte fuorilegge arrivate in città. Un gesto che, attaccato al suo meticciato etnico-politico (islamico-leghista, appunto), ha scatenato la stampa nazionale.

Qual è la sua storia? «Lo so che scrivere musulmano crea curiosità. Ma non sono praticante. La mamma è del Marocco ed è qui da 30 anni, dopo aver incontrato papà che è uno del posto, si è laureata a Parigi. Insomma, è una moderna. Io ho solo mantenuto il suo credo. Però non capisco il problema: Roberto Baggio, che sta qui vicino, è buddista, no?».

Come si è avvicinato alla Lega? «Grazie agli attivisti locali. A trascinarmi ai prini comizi, a 15 anni, Antonio, un vecchio militante del Carroccio. Ho subito trovato ideali validi. Da poco sono segretario della sezione di Malo, da otto anni faccio vita amministrativa».

Islam e Lega non sono incompatibili? «No. La Lega non spara contro gli stranieri tout court, dobbiamo smetterla con questa narrazione di xenofobia. La Lega punta al rispetto delle regole, mira a eliminare le ingiustizie e chi la fa franca grazie a queste o alle maglie larghe della legge. Tutto questo a prescindere dalla fede. Io verso le tasse: perché l’extracomunitario che vende borse in spiaggia non dovrebbe farlo? È migliore di me? Qui si gioca a chi è più furbo. La Lega dice basta».

Chiudere le moschee è una battaglia della Lega. «Quelle non censite vanno tutte chiuse. I luoghi di culto in regola, quelli censiti, possono restare aperti. Ma sempre nel rispetto delle regole e senza dimenticare che si è ospiti in Italia».

Esempio pratico: in un quartiere di Malo si apre una moschea, in regola. Ma i cittadini insorgono. Lei, da amministratore, che fa? «Vince chi è del territorio, chi ti ha votato: bisogna fare la volontà della nostra gente».

I sermoni vanno tradotti? «Siamo in Italia. Si parla italiano».

Citazione di Salvini: «l’Islam è incompatibile con la nostra cultura». «Salvini non ha mai detto questa frase. È stata riportata da altri. Salvini dà il benvenuto a qualsiasi credo che rispetti però le nostre leggi».

Espulsione per chi anche solo è sospettato di terrorismo: cosa ne pensa? «Dico che era ora. Tutela tutti».

Come sono andate le cose con i rom? «Una serie di caravan è arrivata a Malo, in barba al regolamento comunale. Io, che sono un professionista della demolizione, sono arrivato per minacciare lo sgombero. Ma la mia è stata solo la ciliegina sulla torta, sono state brave le forze dell’ordine. Nessun abuso di potere, ho fatto rispettare la legge: rimozione forzata per divieto di sosta, fine. Anzi, lancio l’invito: altri Comuni seguano il nostro esempio. Qui a Malo tolleranza zero, su tutti i fronti».

È per la legittima difesa? «Ho il porto d’armi, sono un tiratore scelto e sono un cacciatore. Non c’è nulla di male se uno difende la sua proprietà e i suoi cari».

Anche Berlato, che è delle sue parti, è cacciatore: mai pensato di passare a FdI? «No, sono leghista nel cuore. Ma Sergio è un amico stimato. Anzi, il 7 settembre organizzeremo insieme proprio un evento sulla caccia».

Sparare ai lupi: è favorevole? «Sì. Qui la situazione sta sfuggendo di mano. Serve tutelare la nostra montagna e chi ci vive».

Non ha mai subito minacce? «No. La gente è dalla mia parte. Io parlo con tutti, ho la mente aperta. Ma per essere amico mio, devi rispettare le regole».

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