14 aprile 2018 - 15:34

Bologna, arriva la «piazzetta degli Umarells». Con «protesta»

Il presidente del quartiere: «Sono la nostra antenna sul territorio, per i cantieri, le buche, gli alberi, i marciapiedi». E ora si pensa a una via per le «zdaure», le signore che si prendono cura dell’appetito di figli, nipoti e spesso anche dei loro amici

di Beppe Persichella

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BOLOGNA - È un po’ nascosta, ma un occhio attento la saprà scovare. E poi quella recinzione del giardino, come miele per le api per gli «umarells» bolognesi che da oggi possono festeggiare. O fermarsi a contemplare la targa che indica il loro nome. La prima e unica piazzetta a loro dedicata, nel cuore della Cirenaica, al quartiere San Vitale-San Donato, in via Scipione dal Ferro, a Bologna.

Gli anziani «antenna sul territorio»

Come sempre accade in questi casi, all’inaugurazione tutti si sono professati umarells. E i più giovani, solo per una questione anagrafica, hanno promesso che lo diventeranno. In realtà l’unico ad avere i titoli per parlare a nome della categoria era Franco Bonini, insignito del premio di Umarells dell’anno nel 2015. «Sempre a gratis – spiega - non ho mai chiesto un euro». L’artefice di tutto questo è invece Danilo Masotti, colui che ha riscoperto quella vecchia parola dimenticata del dialetto bolognese, l’ha mandata online sul suo blog a metà degli anni 2000 e poi ci ha scritto un libro di successo. Con l’obiettivo di far conoscere a tutta Italia questi anziani signori bolognesi (ma in realtà ogni città ha un suo umarell) e rendergli finalmente il giusto onore. Perché loro «sono la nostra antenna sul territorio, per i cantieri, le buche, gli alberi, i marciapiedi», ringrazia il presidente del quartiere San Donato-San Vitale Simone Borsari. «Ci permettono di affrontare il tema della sicurezza e della vivibilità senza parlare di degrado e violenza. Sono l’antidoto al razzismo e all’intolleranza», quasi s’inchina al loro cospetto l’assessore alla Cultura Matteo Lepore.

La «protesta»

Ma non tutti sono d’accordo. L’iracondo comitato «Ah, tal deg!» irrompe nella neonata «Piazzetta degli umarells» con tanto di megafono per contestare la scelta dell’amministrazione. «Primo, il plurale di umarell è umarì. Secondo, il libro di Masotti avrei potuto scriverlo io. Terzo, dov’è è il buffet?», si scaldano alcuni cittadini del quartiere. Masotti può dirsi soddisfatto, e infatti lo è: «Ogni inaugurazione che si rispetti ha la sua contestazione». Ed ha pure il suo comico, quel Duillio Pizzocchi che non senza una vela malinconica racconta la sua iniziazione. «Era estate a Cervia. Passò un gruppo di ragazze in costume, ma la mia attenzione fu rapita da un camion di riparazione strade che arrivò proprio in quell’istante. Quel giorno diventai un umarell».

E la piazza per le «zdaure»?

E pare non sia finita qui. Il Comune, d’intesa con Masotti, ci ha preso gusto. E così la commissione toponomastica è già al lavoro, questa volta per rendere il doveroso omaggio a quella signora, spesso anziana, che da sempre si prende cura dell’appetito di figli, nipoti e spesso anche dei loro amici. «Zdaura o zdora – riflette Lepore –, ci metteremo d’accordo sul termine». Tanto qualche contestatore, con le braccia dietro la schiena e lo sguardo per nulla convinto, ci sarà sempre.

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