28 settembre 2018 - 12:08

Zanza. Il prete: «No al circo mediatico in chiesa». E il funerale si sposta al cimitero di Rimini

Due sacerdoti rifiutano la celebrazione della funzione, che si terrà nella chiesetta del camposanto. La Diocesi: il parroco aveva proposto una cerimonia riservata, la famiglia ha rifiutato

di Enea Conti

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«Non vogliamo i giornalisti, e tantomeno un circo mediatico nella nostra parrocchia». Con queste parole il prete reggente della Chiesa Regina Pacis di Rimini ha liquidato la richiesta avanzata dai familiari di Maurizio «Zanza» Zanfanti, il noto playboy riminese deceduto nella notte di martedì 25 settembre, di voler rivolgere l’ultimo saluto al loro caro scomparso nella parrocchia di famiglia. Alla Regina Pacis, chiesa vicina alla casa in cui vivono la madre di Zanfanti e i suoi due fratelli, Zanza aveva infatti ricevuto la prima comunione e la cresima. I funerali verranno invece celebrati nel primo pomeriggio di sabato nella chiesetta del cimitero di Rimini. Interpellato nella mattinata di venerdì, il parroco non ha voluto commentare ulteriormente la vicenda. Per la cronaca la famiglia di Zanza si era rivolta anche a un’altra parrocchia del riminese, la chiesa di Bellariva, una frazione vicina a quella in cui abitano l’anziana madre e i due suoi figli e anche questo caso la risposta era stata negativa. Nel pomeriggio di sabato la chiesa sarebbe già occupata da un altro funerale. «Non vogliamo i giornalisti, e tantomeno un circo mediatico nella nostra parrocchia».

La posizione della Diocesi

Nel pomeriggio la Diocesi di Rimini ha inviato una nota ufficiale per spegnere le polemiche generatesi attorno al caso. « I sacerdoti sono ministri del vangelo di Cristo, e lo sono per tutti” (Rito delle esequie, n. 18; 25). La Chiesa riminese non ha mai inteso rifiutare il funerale religioso al defunto Maurizio Zanfanti», recita la nota. «Le esequie di “Mauro” – prosegue il comunicato - si svolgeranno sabato 29 settembre, alle ore 15 nella chiesa San Francesco, al cimitero di Rimini, come concordato dall’’agenzia di pompe funebri che era stata incaricata dalla famiglia. Per la Chiesa Cattolica è quanto mai importante vivere e valorizzare cristianamente il momento della morte e sepoltura cristiana di un fedele defunto. E pertanto ogni gesto, parola, rito, celebrazione rispecchi e attui tale importanza cristiana». Sempre secondo quanto riportato dal comunicato diffuso dalla curia riminese il parroco della Chiesa al quale si erano rivolti in primo luogo i familiari, «aveva proposto una celebrazione in forma riservata, che l’agenzia non ha accolto». Per la Diocesi è inoltre infondata la notizia secondo la quale anche un’altra chiesa riminese avrebbe rifiutato di ospitare i funerali perché già occupata da un’altra cerimonia.

Il «re dei vitelloni»

Zanza, al secolo Maurizio Zanfanti, era un personaggio molto noto a Rimini. Era considerato il «re dei vitelloni», o meglio il numero uno dei playboy della città romagnola, dove era nato 63 anni fa. È deceduto martedì notte dopo una vita passata a fare conquiste nelle discoteche più apprezzate dalle turiste di mezza Europa. La sorte ha voluto che Zanfanti finisse i suoi giorni proprio di notte - suo regno - e alla sua maniera, dopo essersi appartato in auto per un rapporto sessuale con una giovane ragazza di ventitré anni dell’est Europa, lontano dai riflettori della costa, lungo una stradina di campagna che costeggia l’A-14 ai bordi della periferia del capoluogo romagnolo. Blow Up, Carnaby, lo Chic, storici club riminesi del lungomare, erano il suo habitat naturale, di certo un altro mondo rispetto al Paradiso o al Bandiera Gialla, locali più noti ai vacanzieri amanti dello stile nazional popolare italiano. Nelle discoteche aveva cominciato a lavorare come “buttadentro” già a 17 anni, nel 1972. E forse, a giudicare dai racconti, Zanfanti era non era poi così vicino all’ideale classico di vitellone. Chioma bionda lunga e fluente anche negli anni in cui non era più un ragazzo, altro stile rispetto a quello dei personaggi raccontati nelle pellicole agrodolci di felliniana memoria. Negli ultimi anni, alla soglia delle sue sessanta primavere e anche oltre, Zanfanti ha gestito un piccolo bar sulla spiaggia di Rimini, dove viveva assieme al fratello, alla sorella e alla madre, un’anziana signora di 80 anni che spesso aiutava nella gestione di una vecchia pescheria.

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