28 gennaio 2019 - 11:35

Strage di Bologna, Fiore e Adinolfi in città per una conferenza stampa

I due fondatori di «Terza Posizione» parleranno nel corso dell’incontro di piste alternative alla verità giudiziaria scolpita in tre gradi di giudizio. Pronte manifestazioni degli antagonisti.

di Andreina Baccaro

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Roberto Fiore e Gabriele Adinolfi
Roberto Fiore e Gabriele Adinolfi

Roberto Fiore e Gabriele Adinolfi, fondatori di Terza Posizione, tornano a Bologna per una conferenza stampa dal titolo «40 anni di depistaggi per coprire la pista neotrotskista». L’argomento naturalmente è la strage del 2 agosto 1980, per la quale la Corte d’Assise del Tribunale di Bologna sta processando l’ex Nar Gilberto Cavallini, che proprio mercoledì mattina comparirà per la prima volta in aula per rispondere alle domande dell’accusa, imputato per la prima volta a quasi quarant’anni di distanza dalla bomba alla stazione che fece 85 morti e più di 200 feriti.

Cavallini in città

Non è casuale dunque che Forza Nuova, alla vigilia dell’arrivo di Cavallini in città, martedì pomeriggio alle 18 porti i due leader neofascisti a parlare di piste alternative alla verità giudiziaria scolpita in tre gradi di giudizio, per la quale furono i Nar Mambro, Fioravanti e Ciavardini a piazzare la bomba. Una conferenza stampa che farà discutere, non solo per i contenuti, ma anche per la locandina che la annuncia, sulla quale campeggia l’orologio della stazione, fermo alle 10.25, e le insegne di Terza Posizione. «Dopo 40 anni di fake news e depistaggi si profila una verità mai veramente voluta dai poteri forti» è il sottotitolo dell’iniziativa, che si terrà in un hotel in zona aeroporto e per la quale è necessario accreditarsi.

Pronte le manifestazioni degli antagonisti

Si annunciano dunque due giorni ad alta tensione in città, anche se non sono ancora state annunciate contestazioni, ma qualcosa si muove. Sul sito antifascista staffetta.noblogs l’arrivo di Fiore e Adinolfi è bollato come «svolta cabarettistica di Forza Nuova alla faccia di 85 morti e 200 feriti assassinati quel giorno dal neofascismo e di tutte le vittime dello stragismo neofa da Piazza Fontana in poi».

La storia giudiziaria dei due

Adinolfi e Fiore, scappati all’estero dopo gli ordini di cattura seguiti alla strage del 1980, fecero rientro in Italia solo dopo il 2000, quando le condanne nei loro confronti per associazione sovversiva e banda armata erano ormai prescritte. Davanti alla Corte d’Assise sono già comparsi per testimoniare e anche in quell’occasione hanno sostenuto l’innocenza dei Nar, nonostante proprio i Nar a settembre 1980 abbiano ucciso Francesco Mangiameli, il terzo fondatore di TP.

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