11 marzo 2019 - 10:08

Bologna, imbrattati i bronzi appena ricollocati sulla facciata del Comune

Vernice rossa su «L’amor patrio» e «Il valore militare» di Giuseppe Romagnoli. Lunedì mattina la rivendicazione di Hobo. Il sindaco: azione ignorante, punire i colpevoli

di Redazione Online

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Vernice rossa sul monumento appena ricollocato sulla facciata del Comune di Bologna: si tratta delle statue denominate «L’Amor Patrio e il Valore Militare» e della lapide che le accompagna. L’inaugurazione del loro riposizionamento all’ingresso di Palazzo D’Accursio risale ad appena una decina di giorni fa: stamattina il monumento è apparso imbrattato di vernice rossa, presumibilmente lanciata utilizzando delle uova (in terra se ne vedono ancora le tracce). Cinque i «colpi» di vernice, sparsi tra la parte bronzea e quella in marmo del monumento. Vernice anche sulla targa posizionata sotto le statue per fornire alcune informazioni sull’opera.

L’indignazione del sindaco

«L’imbrattamento delle statue di Romagnoli è innanzitutto un reato penale – commenta il sindaco di Bologna, Virginio Merola – ed è bene che i responsabili lo sappiano. Non ci possono essere scorciatoie politiche per un’azione ignorante. Come ho detto il giorno che abbiamo scoperto questo bellissimo restauro, la storia non può essere utilizzata per fini di parte». La polizia locale sta già vagliando le registrazioni della videosorveglianza per individuare i responsabili: dai controlli si notano due persone.

La storia dei due bronzi e il loro restauro

Le statue portano la firma di Giuseppe Romagnoli e furono collocate sulla facciata del Comune nel 1909, in onore del re Umberto I. Poi furono rimosse nel 1943 per volere della Repubbica di Salò. L’amministrazione comunale ha deciso di riportarle nella loro posizione originaria dopo il restauro finanziato dall’imprenditore Francesco Amante. Provvedimento che ha fatto nascere qualche polemica: proprio nel corso dell’inaugurazione, ad esempio, ad esempio, un cittadino ha criticato la scelta (perche Umberto I fu «responsabile dell’eccidio del 1898 a Milano») e ne e’ nato un battibecco con il sindaco Virginio Merola. Non ha gradito il ritorno delle statue, evidentemente, anche chi ha lanciato la vernice. Fino a ieri sera, a quanto si apprende, il monumento non risultava imbrattato. I tecnici della Leonardo, la ditta che ha eseguito il restauro, se ne sono accorti stamattina. La Polizia locale si e’ gia’ attivata per visionare le telecamere presenti in zona.

La rivendicazione

Nella tarda mattinata di lunedì, sui social network, il collettivo Hobo ha rivendicato il gesto. «Questa mattina, come ogni 11 marzo, abbiamo ricordato Francesco Lorusso, compagno ucciso dai carabinieri per ordine del Pci. Ieri notte (domenica, ndr) sono state sanzionate con della vernice le statue e la targa in onore di Umberto I, fortemente volute dal Partito Democratico e da Virginio Merola, poste sulla facciata di Palazzo d’Accursio - si legge - . “Noi pensiamo che la storia non si faccia con le rimozioni” sono le parole usate da Merola per rivendicare, con orgoglio e spocchia, il tributo al sanguinario sovrano famoso per aver ordinato al generale Bava Beccaris di sparare con i cannoni sulla folla di lavoratori scesa in piazza per protestare. Questi squallidi personaggi del Pd, figli del Pci, insieme a università e alle istituzioni cittadine, vorrebbero costruire una memoria depoliticizzata e pacificata, ma anche oggi, sotto la lapide di Francesco, non si sono presentati dopo essere stati contestati negli anni passati. Come per Merola, anche per noi la storia non si fa con le rimozioni: epigoni tristi e alla canna del gas, resterete per sempre i nostri nemici e di chi come Francesco e i proletari uccisi da Umberto I, hanno lottato contro l’esistente».

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