12 marzo 2019 - 09:59

Ndrangheta, 33 arresti. Le accuse: dall’usura al sequestro di persona

L’inchiesta della Dda di Venezia. Perquisizioni a Parma e Reggio Emilia. Tra i destinatari delle misure tre persone in carcere alla Dozza per il processo Aemilia

di Redazione Online

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Coinvolge più regioni italiane il blitz contro la presenza della `ndrangheta in Veneto scattato questa mattina, con 33 arresti. Carabinieri e Guardia di Finanza hanno eseguito una cinquantina di perquisizioni, fra Treviso, Vicenza, Padova, Belluno, Rovigo, Belluno, Reggio Emilia, Parma, Milano e Crotone.

Le indagini

Le indagini, partite alla fine del 2015, sono relative alle infiltrazioni nel tessuto economico portate avanti in questi anni dalla criminalità legata al clan dei cutresi. Sono stati eseguiti anche numerosi sequestri, per un valore di 10 milioni di euro.

Tre già in carcere a Bologna

Tocca anche Bologna l’operazione contro la `Ndrangheta della Dda di Venezia, che ha portato all’esecuzione di 33 misure cautelari. Tra i destinatari delle misure, fanno sapere i Carabinieri bolognesi, ci sono tre persone già in carcere alla Dozza perchè coinvolte nel processo Aemilia, e nell’ambito dell’operazione sono state svolte delle perquisizioni in due aziende, una del capoluogo emiliano, in zona San Ruffillo, e una della provincia, precisamente di San Matteo della Decima. Entrambe sono sospettate di riciclare denaro per conto di una costola della cosca Grande Aracri attiva in Veneto. Nel dettaglio, sono indagate per riciclaggio, anche se non sono destinatarie di misure cautelari, tre persone: i due fratelli titolari dell’azienda di San Matteo, una ditta di costruzioni, e il titolare della società bolognese, un’azienda meccanica.

I reggiani coinvolti

Sono 20 i reggiani coinvolti nell’operazione della Dda di Venezia, con 33 misure cautelari, contro le infiltrazioni nel tessuto economico del Veneto da parte dei clan cutresi della `ndrangheta. Nel mirino degli inquirenti, in particolare, i presunti esponenti di una costola della cosca Grande Aracri, accusati a vario titolo di associazione per delinquere di stampo mafioso, estorsione, riciclaggio, ed emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti. A Reggio Emilia i Carabinieri hanno eseguito sette arresti e tre perquisizioni a carico di indagati. Gli arrestati sono: Antonio Brugnano, Marco Carretti, Giuseppe De Luca, Salvatore Innocenti, Sergio Lonetti, Vincenzo Marchio e Antonio Mazzei.

Le custodie cautelari

A questi provvedimenti si aggiungono 13 ordinanze di custodia cautelare alcune delle quali rivolte a persone che gia´ si trovano in carcere poichè condannate in primo grado il 31 ottobre scorso nel maxi processo Aemilia, che ha messo alla sbarra proprio i sodali emiliani del clan Grande Aracri. La nuova misura e’ stata notificata in cella, tra gli altri, a Gaetano Blasco, Francesco, Michele e Sergio Bolognino, Gianni Floro Vito, Giuseppe Richichi, Francesco e Pasquale Scida,áMario Vulcano e Donato Clausi. Le attività illecite registrate dagli inquirenti veneti ricalcano il copione gia’ visto in Emilia. I componenti della cosca avvicinavano gli imprenditori e si insinuavano nelle aziende attraverso prestiti e taglieggio, fino a estromettere i titolari, controllare le aziende dall’interno e utilizzarle per operazioni di riciclaggio.

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