26 marzo 2019 - 09:43

Modena, falsi corsi di italiano per ottenere il permesso di soggiorno: 5 arresti. Salvini: «Altro che ius soli»

Un italiano è finito in carcere, altri due agli arresti domiciliari. Custodia in casa anche per un marocchino e un tunisino. Indagate altre 25 persone. Il procuratore capo Lucia Musti: «Garantito il rispetto delle regole»

di Redazione online

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MODENA La polizia di stato di Modena ha proceduto all’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di un italiano e di 4 ordinanze agli arresti domiciliari per due italiani, un marocchino e un tunisino, accusati a vario titolo dei reati di corruzione, falsità ideologica, truffa, contraffazione di documenti necessari al fine di determinare il rilascio di carta di soggiorno per lungo periodo ed indebita percezione di erogazioni ai danni dello Stato. Le persone coinvolte Su delega della Procura (segue le indagini la pm Francesca Graziano) la Mobile ha proceduto questa mattina all’alba a eseguire l’ordinanza di custodia cautelare con cui il gip ha disposto la misura in carcere per L.F., romano classe 1978, oltre agli arresti domiciliari per sua moglie, P.S., padovana del ‘72, ed altri tre `colleghi´ (la piacentina P.S. del ‘70, il tunisino A.T del ‘74 ed il marocchino S.M. del ‘60). Tutti sono accusati dei reati contestati.

Le indagini sul sistema

L’attività di indagini dei poliziotti della squadra Mobile, nella quale risultano indagate altre 25 persone, ha fatto luce su un sistema che faceva capo ad un «centro di formazione linguistico» con sede e a Marghera (Venezia) accreditato presso l’università per Stranieri di Perugia, per il conseguimento, a seguito d’esame, dell’attestato di conoscenza della lingua italiana da parte dei cittadini stranieri che ne facevano richiesta, ai fini del rilascio del permesso di soggiorno di lungo periodo. Esame che, attraverso telecamere installate all’uopo dai poliziotti della squadra Mobile, si è dimostrato essere assolutamente fittizio visto che gli stranieri venivano forniti delle risposte già compilate da cui copiare o comunque venivano aiutati dalla commissione compiacente.

Diverse regioni coinvolte

Un giro di affari che, nelle sedi d’esame sparse in varie città del nord Italia, fra Lombardia, Veneto, Trentino Alto Adige ed Emilia Romagna, ha coinvolto più di 6mila stranieri i quali, a fronte di svariate centinaia di euro, richiedevano ed ottenevano, pur non ricorrendone i requisiti, l’ambito certificato «Celi» (certificato di lingua italiana) da cui è derivato il nome dell’operazione di Polizia.

Volantini pubblicitari dei corsi all’ufficio immigrazione

Sono stati gli agenti di polizia dell’ufficio immigrazione della questura di Modena a insospettirsi di fronte a stranieri con il certificato che comprovava l’uso e la conoscenza dell’italiano, quando invece la lingua non la conoscevano per niente. Così è nata l’operazione della squadra mobile «Celi», che ha portato a cinque arresti su ordinanza di custodia cautelare. È inoltre emerso che lo stesso meccanismo illecito portava a volantini lasciati direttamente all’interno dell’ufficio della questura di Modena, a disposizione degli stranieri, con numeri di telefono che sono risultati intestati a due degli indagati. L’ufficio immigrazione ha rilevato 28 casi di stranieri che risultavano conoscere la lingua, ma che, in realtà, non erano in grado di parlare o scrivere in italiano. Dalle registrazioni si vede come alcuni degli stranieri non fossero nemmeno in grado di ricopiare gli esami che erano già stati compilati per loro.

Il procuratore capo di Modena, Lucia Musti

«È stato smascherato con estrema professionalità, sia della procura della Repubblica che della squadra mobile delegata alle indagini un giro di affari gestito da una coppia di italiani titolare di una società con agenzia in tutta Italia che, con il pretesto di organizzare corsi di lingua necessari per l’ottenimento di permessi di lungo termine con carta di soggiorno, otteneva dai cittadini stranieri esborsi di denaro di gran lunga superiori a quelli dovuti». Lo dice in una dichiarazione il procuratore capo di Modena, Lucia Musti, commentando l’operazione della Polizia di Stato. «La Magistratura - continua Musti - conferma il proprio ruolo di intervento, al fine di garantire il rispetto delle regole nelle molteplici procedure richieste per ottenere la regolarizzazione sul territorio nazionale, per garantire che il raggiungimento di uno status sia riconosciuto solo nel rispetto della legge e non costituisca fonte di guadagno per malavitosi».

Il tweet di Salvini: «Altro che ius soli»

«Falsificavano gli esami per concedere agli immigrati falsi attestati di conoscenza della lingua italiana, così da ottenere i permessi di soggiorno. Una maxi truffa che ha coinvolto più di 6mila stranieri e che ha fatto scattare cinque arresti per corruzione, falsità ideologica, truffa, contraffazione di documenti, indebita percezione di erogazioni ai danni dello Stato. Altro che ius soli e cittadinanze in regalo, in Italia servono regole, controlli e rispetto. Grazie alle Forze dell’Ordine!». Lo dice il ministro dell’Interno Matteo Salvini, vicepremier e ministro dell’Interno.

L’ateneo umbro: «Noi parte lesa»

L’università per stranieri di Perugia ritiene di essere «parte lesa» nell’indagine della polizia di Modena. L’università ha però sottolineato con l’Ansa di avere interrotto ogni rapporto con la struttura nel dicembre del 2018. Decisione presa perché il centro non era ritenuto più funzionale alle esigenze didattiche alla base della convenzione. E adottata in seguito a quanto emerso da controlli svolti periodicamente. (notizia in aggiornamento)

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