5 novembre 2018 - 08:50

Il Pil degli immigrati che crea ricchezza. Il record in regione

Il 12% del benessere emiliano-romagnolo ha una «firma» straniera. I lavoratori sono prevalentemente romeni e marocchini

di Luciana Cavina

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Il 12% del benessere emiliano-romagnolo ha una «firma» straniera. I lavoratori, prevalentemente romeni e marocchini, sono giovani, attivi, pagano le tasse, comprano, consumano. Insomma, producono ricchezza. Qui. Dove vivono. Ma non sono italiani. inseriti in una popolazione che invecchia come la nostra, in sostanza, agli italiani pagano le pensioni. Ecco gli immigrati che contribuiscono a «mandare avanti l’economia». E lo fanno soprattutto in Emilia-Romagna dove, secondo una studio della Fondazione Leone Moressa di Mestre il Pil prodotto dagli stranieri ha un’incidenza dell’11,9%. Il che equivale, in cifre assolute, a 16,4 miliardi di euro. E, grazie al loro lavoro, l’anno scorso, hanno versato 337 milioni di Irpef.

Il 12% del benessere emiliano-romagnolo ha una «firma» straniera
Il 12% del benessere emiliano-romagnolo ha una «firma» straniera

Il valore percentuale

Il valore percentuale sul Pil è il più alto rispetto a tutte le altre regioni. Anche in Lazio e in Lombardia, supera di poco il 10% mentre in Veneto è al 9,9%. Il dato italiano, invece, è dell’8,7%. In ogni caso, contributi significativi. «Abbiamo preso in considerazione i residenti stranieri regolari— puntualizza Enrico Di Pasquale, ricercatore della Fondazione veneta — perché se avessimo calcolato i naturalizzati la percentuale sul pil sarebbe superiore. Inoltre, gli stranieri versano i contributi ma non percepiscono pensioni. Il saldo è positivo anche se i loro redditi, calcolati in una media di 14.216 euro annui, non sono tra i più alti». Rimanendo sempre nel contesto locale, anche gli imprenditori, oggi a quota 62mila, stanno crescendo (+ 11,9 dal 2012 al 2017). «Si tratta più che altro di piccole e medie imprese, spesso rilevate (le autoctone, infatti sono calate dell’8,9 %) — ragiona Di Pasquale — ma creano anche posti di lavoro». È chiaro che a indagare gli italianizzati a tutti gli effetti si scoprirebbero realtà più consolidate. E piccoli miracoli. È il caso, per esempio, di Madi Sakande, vincitore del MoneyGram Awards del 2016: nato in Burkina Faso, in Italia dal 1997, ha fatto rinascere la New Cold System di Calderara di Reno fino a renderla un punto di riferimento internazionale per gli impianti di refrigerazione.

Gli stranieri occupati

Dallo stesso studio della Moressa, ancora, si evince che in regione gli stranieri occupati nel 2017 sono 258 mila, su una popolazione di 536 mila, che rappresenta 12 per cento degli abitanti in totale. Invece chi lavora è il 13 per cento tra chi, provenendo da oltre i confini, ha stabilito le nostre città come loro nuova casa. «I non occupati — va avanti Di Pasquale — sono minori o persone ancora in cerca, pochissimi sono anziani». In quanto alle distribuzioni per provenienza, la fotografia emiliano-romagnola ricalca quella della Penisola. Anche se, secondo altre ricerche pubblicate — come quella, recente, dell’Istituto Cattaneo :— , la percezione degli italiani, già distorta dal punto di vista quantitativo (si crede che gli immigrati siano almeno il doppio) conduce a immaginare una (irreale) presenza massiccia di extracomunitari. La maggioranza (17%) viene invece dalla Romania, Stato dell’Unione europea da 11 anni. Seguono cittadini da Marocco (11.3%), Albania (10,7%), Ucraina (6,1%), Cina (5,5%).

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