3 gennaio 2019 - 10:11

Nasce Bonterre, la coop delle eccellenze

Fusione tra Grandi Salumi e Parmareggio: colosso da 1 miliardo di fatturato e 2.000 addetti

di Alessandra Testa

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In francese «bonne terre» significa terra buona. Ed è proprio alla valorizzazione dei prodotti dell’eccellenza emiliana che guarda la nuova aggregazione Bonterre, il gruppo appena nato dal matrimonio fra Grandi Salumifici Italiani e Parmareggio e che, ben radicato sul territorio modenese, può già contare su un fatturato superiore al miliardo di euro e su una posizione di vertice nella produzione italiana dei salumi e del Parmigiano Reggiano. La nuova realtà, una holding a totale proprietà cooperativa nata sotto l’egida di Legacoop, ha già numeri da capogiro: 200 milioni in export, tre filiali commerciali all’estero, sedici stabilimenti in Italia e 2.000 dipendenti per un totale di 140.000 tonnellate prodotte all’anno e la filiera completa nel Parmigiano Reggiano.

Bonterre, la fusione tra Grandi Salumi e Parmareggio (archivio)
Bonterre, la fusione tra Grandi Salumi e Parmareggio (archivio)

L’operazione

A voler guardare nel dettaglio l’aggregazione, la neonata Bonterre è partecipata e controllata congiuntamente da Unibon e dalla cooperativa agricola Granterre, le quali hanno conferito il 100% del capitale sociale di Grandi Salumifici Italiani e di Parmareggio. «Questa operazione — sottolinea Milo Pacchioni, numero uno di Unibon e neopresidente di Bonterre — è la naturale prosecuzione di quel piano strategico che ha visto la sua prima tappa lo scorso gennaio con l’acquisizione da parte di Unibon della quota di Grandi Salumifici Italiani detenuta dalla Famiglia Senfter». «Un piano che — prosegue — mira a sviluppare ulteriormente l’attività sia in Italia sia all’estero per diventare lo specialista di riferimento nel settore dell’italian food di alta gamma. Alla salumeria, che oggi rappresentiamo con ben sette Dop e Igp — conclude —, si unirà infatti il formaggio più famoso al mondo, il nostro Parmigiano Reggiano». Non solo. Grandi Salumifici Italiani e Parmareggio insieme — fa notare Giuliano Carletti, amministratore delegato di Bonterre — porteranno il gruppo a raggiunge «una dimensione economica e produttiva che poche imprese italiane alimentari possono vantare, mettendo a frutto i rispettivi fattori critici di successo per crescere ulteriormente in particolare sui mercati esteri».

Il decreto di Centinaio

Inoltre, proprio alla fine dell’anno appena passato, erano arrivate ottime notizie dal ministero per le Politiche agricole e forestali per il comparto del Parmigiano Reggiano. Con il decreto ministeriale 12551 del 21 dicembre 2018, firmato dal ministro Gian Marco Centinaio e che modifica il piano di regolazione dell’offerta del formaggio Parmigiano Reggiano Dop, il ministero ha acconsentito di aggiornare il piano e adeguarlo al nuovo contesto produttivo e di mercato, al fine di supportare i buoni risultati registrati dal prodotto sui mercati interno ed estero. La novità, che era stata fortemente sollecitata dal Consorzio Agrinsieme (costituito dalle organizzazioni professionali Cia-Agricoltori Italiani, Confagricoltura, Copagri e dalle centrali cooperative Confcooperative FedAgriPesca, Legacoop Agroalimentare e Agci Agrital) dovrebbe avere benefici su tutta la produzione del Parmigiano che nel 2018 è cresciuta del 2%, raggiungendo la quota record di 3,7 milioni di forme prodotte, e che punta nel 2019 a raggiungere quota 3,75.

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