18 agosto 2018 - 13:13

Meeting di Rimini senza big di governo e 5 Stelle

Poche presenze anche della Lega. Il Pd porterà invece diversi esponenti alla kermesse, che rispetto ai fasti del passato sembra essere ai margini del dibattito politico. E anche Autostrade rinuncia allo stand

di Olivio Romanini

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BOLOGNA - Sarà anche vero che «le forze che muovono la storia sono le stesse che rendono l’uomo felice» come si legge nel messaggio scelto per l’edizione 2018 del meeting di Cl che si apre domani a Rimini ma di sicuro mai come quest’anno il Movimento di Comunione e Liberazione sembra essere fuori dal corso della nuova storia politica del Paese. Un disorientamento dovuto al fatto che i nuovi padroni del vapore che hanno vinto le elezioni politiche sono culturalmente estranei alla filosofia di Comunione e Liberazione. I rapporti non sono buoni, per usare un eufemismo, soprattutto con i Cinque Stelle che infatti non sono stati invitati alla kermesse.

Lega sì, M5S no

Con la Lega i rapporti sono sempre stati buoni anche se anche in questo caso bisogna fare una precisazione: il sodalizio era soprattutto quello con il Carroccio di Roberto Maroni mentre rispetto alla Lega di Salvini il Movimento messo in piedi da Don Giussani segna una certa distanza come ha ricordato in un’intervista al Corriere della Sera il fondatore della Compagnia delle Opere, Giorgio Vittadini. A Rimini nei prossimi giorni arriverà il volto rassicurante della Lega, il sottosegretario Giancarlo Giorgetti. «I Cinque Stelle non sono stati invitati ma non credo che ci tenessero ad intervenire. Tutto è cominciato con un intervento delirante di un loro esponente al Meeting del 2015 e noi ci confrontiamo solo con chi ha voglia di confrontarsi» chiosa Valentina Castaldini, esponente di punta del Movimento a Bologna e in Emilia.

«Movimenti» separati

L’intervento a cui fa riferimento Castaldini è quello di Marco Fantinati che nel 2015 dal palco della kermesse accusò Cl di essere diventata una «lobby di denaro e di potere» e che oggi fa il sottosegretario. Da allora non è cambiato molto e i due Movimenti hanno scelto di percorrere strade parallele, anche se uno dei due movimenti in questo momento esprime un premier (Giuseppe Conte) che non sarà dunque a Rimini.

Moderati disorientati

In tempi come questi dove per ogni problema si richiama l’intervento dello Stato può apparire temeraria l’iniziativa presa da alcuni parlamentari nelle scorse settimane di dare vita all’intergruppo parlamentare per la sussidiarietà, anche perché ne fanno parte centristi, azzurri e Dem, in pratica tutti quelli che hanno perso le ultime elezioni politiche. Ma Comunione e Liberazione, a costo di essere ai margini del dibattito pubblico in questo momento, continua a puntare su questi temi: per il 21 agosto ha invitato ad esempio il deputato del Pd, il ferrarese Luigi Marattin ad un incontro sul tema, che fa parte dell’intergruppo insieme ad altri parlamentari emiliani.

La grande presenza del Pd

L’altro elemento di curiosità è che tra gli invitati emiliano-romagnoli all’edizione 2018 di quest’anno ci sono praticamente solo esponenti del Pd. Sul palco a Rimini saliranno infatti oltre a Marattin anche l’europarlamentare del Pd ed ex ministro dell’Agricoltura, Paolo De Castro e soprattutto il governatore dell’Emilia, Stefano Bonaccini e soprattutto ci sarà l’ex presidente del Consiglio, Romano Prodi.

Nessuno del governo

Sembra passata un’era geologica da quando il meeting di Cl segnava la fine delle vacanze della politica italiana e coincideva con la ripresa dell’attività istituzionale: negli ultimi 38 anni a Rimini sfilavano i premier, i ministri e dalla città romagnola si impostava l’agenda dell’autunno mentre quest’anno per la prima volta non ci sarà nessuno dei vertici del governo (non sono stati invitati neanche Matteo Salvini e Luigi Di Maio).

Autostrade rinuncia allo stand

«Io ci sarò — spiega Valentina Castaldini — perché il meeting è uno dei posti dove si può ancora parlare di cultura, di progetti e di cose da fare in questo tempo di luoghi comuni e di qualunquismo. Però è vero in questo periodo tra di noi c’è grande disorientamento, i liberali e i moderati faticano a trovare una casa ma le persone continuano ad incontrarsi. Ci porterò anche mio figlio perché c’è bisogno di dare una speranza per il futuro». Tornando al presente e all’ultima tragedia di Genova, Autostrade ha deciso di rinunciare al suo stand. Ci sarà invece la Regione Emilia-Romagna con uno stand coordinato da Apt servizi. Anche la copertura mediatica non è più quella di un tempo. Ieri a parlare del meeting c’era solo Nicola Fratoianni: protestava contro la partecipazione della Regione Marche.

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