29 agosto 2018 - 16:36

Alla «festa» del Parco Nord, tra delusi Pd che ora votano Lega

La Festa dell’Unità è in Fiera e nella storica location ora c’è Made in Parco Nord: niente politica ma cibo e musica. E c’è chi non si accorge nemmeno della differenza

di Beppe Facchini

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BOLOGNA - «Come il Pd ha organizzato due feste? E questa qual è? Io non ci sto capendo niente». C’è parecchia confusione dalle parti del Parco Nord. Dopo oltre 40 anni di Feste dell’Unità, in via Stalingrado è arrivata la contro-festa organizzata da alcuni «vecchi compagni», come l’ex responsabile della tradizionale kermesse Fabio Querci e Said Amini Navai, gestore dello spazio. Ma non tutti si sono accorti subito della novità.

Lo smarrimento

«Ci sono venuta già altre sere ma ancora non ho ben capito la situazione. E non sono l’unica», dice una signora che si dichiara delusa dalla sinistra mentre attende che l’orchestra parta col liscio: «Adesso ammiro di più Salvini». Insieme a lei (più in là risuonano reggaeton e tango argentino) anche Dolores e Gianni, una coppia di pensionati. «Lo sappiamo che questa è Made in Parco Nord e non la Festa dell’Unità. Ma per noi cambia poco». Nel senso che non siete di sinistra? «Macché, noi votiamo Lega. Non se ne può più del Pd, non è credibile. Che si tengano gli immigrati a casa loro. Noi siamo qui solo per ballare. E lo facciamo pure a scrocco, senza comprare nulla: ci portiamo le bibite da casa. Comunque non c’è paragone, molto meglio questa che quella festa là».

Tra nostalgici e delusi

«Sono due cose diverse, è evidente», dice invece la signora Carla («di sinistra dai tempi del Pci, ma mai col Pd») mentre cerca il ristorante giusto per cenare con alcune amiche. Le opzioni non mancano: spaghetti, carne, crescentine, cucina brasiliana, argentina. «Per i bolognesi venire al Parco Nord è una tradizione — riprende Carla — qui la Festa dell’Unità era come una sagra. E poi venivano politici anche di altri partiti. Così invece è un po’ triste...». «Ormai fa parte del passato, meglio le feste senza politica», ribatte un signore sulla sessantina arrivato da Castel Maggiore con la moglie. «Dopo anni di voto a sinistra — rivela — alle ultime elezioni ho votato scheda bianca. Nel Pd non fanno altro che litigare. Lo dimostra anche questo: due feste che si pestano i piedi».

«Non è la stessa cosa»

Il primo partito del Parco nord sembrerebbe dunque quello dei delusi. Ma in tanti vengono semplicemente anche per un giro, bere qualcosa o mangiare all’aperto. E poi ci sono le famiglie (numerose quelle straniere) coi più piccoli a reclamare un giro di giostra. Di elettori del Pd convinti e dichiarati, invece, neanche l’ombra. Mentre non mancano i nostalgici. «Qui ci ho passato una vita intera: ho fatto la prima Festa dell’Unità da volontario all’età di 18 anni. E sono stato anche responsabile del parcheggio. Poi con l’arrivo di Renzi ho lasciato tutto», racconta Giorgio Braga, 75enne a spasso per il parco mentre rievoca i comizi di Berlinguer e le serate fra compagni. «Che tristezza vedere così il Parco Nord — conclude sua moglie, anche lei ex volontaria — mi viene quasi da piangere».

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