BOLOGNA - «Come il Pd ha organizzato due feste? E questa qual è? Io non ci sto capendo niente». C’è parecchia confusione dalle parti del Parco Nord. Dopo oltre 40 anni di Feste dell’Unità, in via Stalingrado è arrivata la contro-festa organizzata da alcuni «vecchi compagni», come l’ex responsabile della tradizionale kermesse Fabio Querci e Said Amini Navai, gestore dello spazio. Ma non tutti si sono accorti subito della novità.
«Ci sono venuta già altre sere ma ancora non ho ben capito la situazione. E non sono l’unica», dice una signora che si dichiara delusa dalla sinistra mentre attende che l’orchestra parta col liscio: «Adesso ammiro di più Salvini». Insieme a lei (più in là risuonano reggaeton e tango argentino) anche Dolores e Gianni, una coppia di pensionati. «Lo sappiamo che questa è Made in Parco Nord e non la Festa dell’Unità. Ma per noi cambia poco». Nel senso che non siete di sinistra? «Macché, noi votiamo Lega. Non se ne può più del Pd, non è credibile. Che si tengano gli immigrati a casa loro. Noi siamo qui solo per ballare. E lo facciamo pure a scrocco, senza comprare nulla: ci portiamo le bibite da casa. Comunque non c’è paragone, molto meglio questa che quella festa là».
«Sono due cose diverse, è evidente», dice invece la signora Carla («di sinistra dai tempi del Pci, ma mai col Pd») mentre cerca il ristorante giusto per cenare con alcune amiche. Le opzioni non mancano: spaghetti, carne, crescentine, cucina brasiliana, argentina. «Per i bolognesi venire al Parco Nord è una tradizione — riprende Carla — qui la Festa dell’Unità era come una sagra. E poi venivano politici anche di altri partiti. Così invece è un po’ triste...». «Ormai fa parte del passato, meglio le feste senza politica», ribatte un signore sulla sessantina arrivato da Castel Maggiore con la moglie. «Dopo anni di voto a sinistra — rivela — alle ultime elezioni ho votato scheda bianca. Nel Pd non fanno altro che litigare. Lo dimostra anche questo: due feste che si pestano i piedi».
Il primo partito del Parco nord sembrerebbe dunque quello dei delusi. Ma in tanti vengono semplicemente anche per un giro, bere qualcosa o mangiare all’aperto. E poi ci sono le famiglie (numerose quelle straniere) coi più piccoli a reclamare un giro di giostra. Di elettori del Pd convinti e dichiarati, invece, neanche l’ombra. Mentre non mancano i nostalgici. «Qui ci ho passato una vita intera: ho fatto la prima Festa dell’Unità da volontario all’età di 18 anni. E sono stato anche responsabile del parcheggio. Poi con l’arrivo di Renzi ho lasciato tutto», racconta Giorgio Braga, 75enne a spasso per il parco mentre rievoca i comizi di Berlinguer e le serate fra compagni. «Che tristezza vedere così il Parco Nord — conclude sua moglie, anche lei ex volontaria — mi viene quasi da piangere».