BOLOGNA - Il Pd si trasferisce in un grattacielo nel distretto della Regione. Il lungo e onorato servizio della sede di via Rivani, mai troppo amato palazzone di periferia dove il Pd e i Ds prima sono rimasti per undici anni, è finito: i dirigenti dem dovranno fare gli scatoloni subito dopo la Festa dell’Unità e lasciare liberi i locali entro il 28 settembre. Nessuno sentirà la mancanza di via Rivani che era stata definita ironicamente il posto dove si finisce quando ti perdi e non trovi la tangenziale e al posto delle bandiere del Pd troveranno spazio nuovi appartamenti. La Fondazione 2000, la società che controlla il patrimonio di circoli e sedi degli ex Ds, ha finalmente venduto l’immobile e così si può procedere con il cambio di sede.
Negli ultimi tempi però l’intenzione dei dem guidati dal segretario Francesco Critelli era quella di trasferirsi nella casa del popolo di via Corazza, in Bolognina, una scelta simbolica per tornare in mezzo al popolo in un quartiere popolare. Ma non è stato possibile perché quella casa del popolo, sempre di proprietà della Fondazione 2000, necessitava di costosi lavori di ristrutturazione.
Ecco allora la decisione di andare in uno dei tanti grattacieli tra la Fiera dove si sta svolgendo la Festa dell’Unità e la Regione dove si torna a votare l’anno prossimo. Si potrebbe osservare che se si vuole tornare a trovare una connessione sentimentale con il proprio popolo, non è il massimo andarsi a rinchiudere in un grattacielo ma come ha spiegato il segretario dem aprendo la Festa non è più il tempo di fare i difficili e le compatibilità economiche vengono prima di ogni altra cosa. Inutile ricordare i fasti dal passato, dalla prestigiosa sede di via Barberia in pieno centro che ospitava anche la redazione de L’Unità fino alla dignitosa sistemazione nel palazzo di via della Beverara: altri tempi con iscritti di gran lunga superiori a quelli attuali
Intanto proseguono sia la Festa provinciale dell’Unità in Fiera sia quella nazionale a Ravenna. In Fiera ad un dibattito con il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, il presidente della Regione, Stefano Bonaccini non ha usato giri di parole e ha chiesto l’azzeramento dell’intero gruppo dirigente nazionale del Pd. Poi alla Festa nazionale di Ravenna ha rincarato la dose: «Abbiamo bisogno di un messaggio che va lanciato a tutti coloro, in questo Paese, che non vogliono condannarsi a una deriva nazionalista o populista, a Salvini e Di Maio. Abbiamo bisogno di un nuovo gruppo dirigente. Temo che fare il congresso a ridosso delle Europee e delle Amministrative non dia neanche il tempo di andare a selezionare una classe dirigente che dovremo candidare». Detto questo il governatore ha anche precisato che come sempre si rimetterà agli ordini di scuderia del partito. Difficile che a questo punto si riesca ad anticipare il congresso ma sicuramente alla fine delle due Feste il quadro sarà più chiaro.