20 dicembre 2018 - 08:57

Autonomia, il governo ora accelera. Sollievo per l’Emilia: è nel dossier

La discussione già nel Cdm di domani. Salvini: qualche ministro è ancora riottoso

di Beppe Persichella

shadow

Sono ore decisive per l’autonomia differenziata richiesta da Emilia-Romagna, Veneto e Lombardia. Nei giorni scorsi i tre governatori Stefano Bonaccini, Luca Zaia e Attilio Fontana sono andati in pressing non tanto nei confronti della ministra degli Affari regionali Erika Stefani, che condivide le loro preoccupazioni, quanto della maggioranza gialloverde con chiari messaggi indirizzati al Movimento 5 Stelle, sembrato in questa ultima fase il più titubante nel portare il dossier al tavolo del Consiglio dei ministri a dicembre (data che era stata sin da subito individuata come ultima possibile rispetto a un percorso cominciato durante il governo Gentiloni).

La promessa

Dopo il rallentamento delle ultime settimane, in queste ore si registra invece un’accelerazione che potrebbe portare il file dell’autonomia alla prossima riunione del Consiglio dei ministri che si dovrebbe tenere già domani. In un primo momento si era parlato addirittura di oggi, ma i funerali del giornalista Antonio Megalizzi, ucciso a Strasburgo durante l’attentato terroristico al mercatino di Natale, stanno facendo slittare di 24 ore gli appuntamenti in agenda del governo Conte. A conferma che siamo in dirittura di arrivo, ieri anche il ministro dell’Interno Matteo Salvini è intervenuto sull’argomento confermando i tentativi di frenata da parte dell’alleato. Salvini ha anche lasciato intendere che, quantomeno in questa prima fase, il tema potrebbe essere affrontato in una forma non troppa impegnativa per il governo. «Si parte fissando dei principi, perché stanno arrivando molte richieste dal nord. Qualche ministro è più riottoso di altri a concedere qualche competenza ma ci arriveremo», ha detto.

«Siamo nelle mani della Stefani»

Il possibile via libera di domani non è però l’unica novità, perché l’intenzione della leghista Stefani è di portare a Conte e agli altri ministri oltre alla richiesta di Lombardia e Veneto (che hanno fatto un referendum su questo tema) anche quella dell’Emilia-Romagna. Non era scontato, il timore di viale Aldo Moro è sempre stato quello di un percorso a due velocità: prima le regioni a guida Lega e poi quella targata Pd. E invece no, la ministra intende appunto far passare al vaglio del governo tutte e tre le pratiche per poi affrontare nel 2019 le richieste ora in stand by di altre regioni. L’Emilia-Romagna è ovviamente pronta a siglare l’intesa, dopo il pre accordo licenziato un anno fa tra il presidente di viale Aldo Moro Stefano Bonaccini e l’allora premier Gentiloni. «Nelle mani della ministra Stefani c’è la nostra proposta organica di intesa: noi siamo pronti a firmare in qualsiasi momento», assicura il governatore, che auspica un percorso simile a quello messo in campo dall’ex premier. «Anche la pre-intesa col precedente governo tenne insieme le tre Regioni, a prescindere dal diverso colore politico, e se accadesse lo stesso adesso, con l’intesa finale, si tratterebbe senza dubbio di un segnale importante, con le istituzioni che agiscono nel solo interesse dei cittadini e dei territori, come sempre dovrebbe essere», ha sottolineato il presidente dell’Emilia-Romagna.

Gli ultimi approfondimenti

La ministra agli Affari regionali ha toccato il tema dell’autonomia l’altro ieri in tv, ospite al programma di La7 “Coffe break”, un ragionamento il suo in linea con la descrizione della situazione fatta da Salvini. «Ho chiesto a ogni singolo ministro di poter avere delle riformulazioni, delle considerazioni, delle prese di posizione sulla mia proposta. Alcuni ministeri — ha raccontato la ministra — hanno chiesto di poter fare degli ulteriori approfondimenti e valutazioni. Non voglio credere che la richiesta di autonomia sia una questione meramente di bacino elettorale». Durante un’intervista al quotidiano “Libero” è stata più esplicita: «Non ho avuto riscontri dai ministeri di Salute, Ambiente, Giustizia», tutti a trazione grillina, «e poi da Lavoro e Sviluppo economico, i dicasteri di Maio». Lombardia e Veneto hanno chiesto la gestione diretta con risorse certe di 23 materie, mentre l’Emilia-Romagna di 15 in aree strategiche (come politiche per il lavoro; internazionalizzazione delle imprese, ricerca e innovazione; istruzione; sanità; tutela dell’ambiente e dell’ecosistema; relazioni internazionali e rapporti con la Ue).

© RIPRODUZIONE RISERVATA

© RIPRODUZIONE RISERVATA