6 giugno 2018 - 08:49

Emilia-Romagna, Reddito di solidarietà: Lega e M5S si spaccano

In Regione i pentastellati votano insieme al centrosinistra l’allargamento delle misure contro la povertà. No del Carroccio: «Troppi aiuti agli stranieri». Il Pd: paradossale, come riusciranno a farlo a Roma?

di Marina Amaduzzi

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BOLOGNA - Si allarga il Reddito di solidarietà in Emilia-Romagna, che viene equiparato al Reddito di inclusione del governo Gentiloni e può essere così richiesto da più persone, per più tempo e per un importo che potrà crescere. Un provvedimento votato in Assemblea legislativa anche dai 5 Stelle ma con il voto contrario della Lega. E così la maggioranza gialloverde, proprio nel giorno della fiducia al governo Conte a Roma, va in frantumi in Emilia-Romagna. «Un paradosso», sottolinea Elisabetta Gualmini, vicepresidente della Regione. «Lega e 5 Stelle per contratto dovrebbero fare il Reddito di cittadinanza — scrive il segretario regionale del Pd Paolo Calvano — se il buongiorno si vede dal mattino...». Ma per la Lega il provvedimento della Regione «favorisce gli stranieri», quindi nulla da fare. Anche se l’asse gialloverde si ricompone su un ordine del giorno sul Reddito di cittadinanza indirizzato proprio al governo Conte.

La proposta del centrosinistra

Come sarebbe andata la giornata si è chiarito in mattinata dai primi interventi in aula sulla proposta del centrosinistra, che fissa i nuovi criteri per l’accesso alla misura di sostegno ai nuclei famigliari in difficoltà approvata nel 2016 e operativa in Emilia-Romagna dal settembre scorso, integrandola con il sistema di norme previste a livello nazionale dal Reddito in inclusione (Rei). La maggioranza di centrosinistra ha accettato di correggere la propria proposta con alcuni emendamenti presentati dal M5S. «Il miglioramento c’è stato — riconosce la consigliera Giulia Gibertoni nell’annunciare il sì del suo gruppo — il reddito minimo non consente ancora di l’uscita dalla soglia di povertà, ma c’è stato un impegno in questo senso e ciò ci avvicina al nostro progetto nazionale. È necessario che non ci siano spaccature sulle questioni sociali».

La spaccatura politica

Una spaccatura politica, invece, c’è stata. Il provvedimento «così com’è articolato sin da ora ha favorito gli stranieri a dispetto dei nostri cittadini, per questo non possiamo condividerlo», spiega il leghista Marchetti bocciando l’allargamento del Res sottoscritto dal M5S. Lasciando così il campo alla controffensiva del centrosinistra. «Mi sembra molto difficile che M5S e Lega possano fare il Reddito di cittadinanza a livello nazionale», dice a caldo Igor Taruffi, consigliere di Si e primo firmatario del progetto di legge. «Non cerco di creare tensioni politiche — dice il governatore Stefano Bonaccini — apprezzo e registro il fatto che ci sia una forza di opposizione che autonomamente vota a favore e un’altra che legittimamente lo contrasta. Vedremo che ricadute avranno quelle misure quando dovranno diventare anche provvedimenti di governo». «È paradossale che la Lega non abbia votato una misura che assomiglia molto al Reddito di cittadinanza. La differenza — argomenta Gualmini — sta solo nel numero dei destinatari. La spaccatura tra i due firmatari del contratto di governo mi ha colpito molto». L’asse gialloverde si è ricompattato solo al momento di chiedere al governo Conte un provvedimento nazionale, respingendo la richiesta del Pd di non fare distinguo ne tra italiani e stranieri. «I Cinque Stelle — il commento del capogruppo pd Stefano Caliandro — hanno mostrato tutta la loro subordinazione alla Lega».

Le nuove regole

Con le nuove regole il Res, finanziato con 33 milioni di euro per il 2018 e 35 per il 2019, varierà in base al numero dei componenti della famiglia secondo la scala di equivalenza Isee. Le novità più significative riguardano i nuovi limiti di reddito e patrimoniali: la soglia della dichiarazione Isee viene innalzata fino a un massimo di 6.000 euro l’anno (contro i 3.000 attuali); patrimonio immobiliare, diverso dalla casa di abitazione, non superiore a 20.000 euro; patrimonio mobiliare (depositi, conti correnti) fino a un massimo di 10.000 euro. Si modifica inoltre la durata del contributo: da 12 a 18 mesi.

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