16 luglio 2018 - 09:58

La Chiesa e l’attacco della Lega: «Serve un’alternativa politica»

L’arcivescovo Perego dopo il caso Zuppi-Borgonzoni sui migranti: ripartire dai 6 milioni di volontari

di Olivio Romanini

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BOLOGNA — «Servirebbe un progetto politico alternativo che parta dai sei milioni di persone che in Italia operano nel mondo del volontariato, soprattutto sul tema dell’immigrazione». L’arcivescovo di Ferrara, Giancarlo Perego, ex Caritas ed ex numero uno della Fondazione Migrantes, vicinissimo alle posizioni di papa Francesco, non usa giri di parole e supera una linea che difficilmente un uomo di Chiesa ha il coraggio di oltrepassare. Inutile girarci intorno: l’alternativa che serve secondo l’arcivescovo è alla linea politica del governo della Lega e di Salvini. Il Papa lo ha nominato ad inizio 2017 vescovo di Ferrara, al posto di monsignor Luigi Negri, attestato su posizioni molto critiche in tema di Islam e accoglienza. Nella sua diocesi fece notizia la rivolta dei residenti di Gorino contro l’arrivo di soli dodici migranti.

Monsignore, a Bologna la Lega ha attaccato il vescovo Matteo Zuppi per le sue posizioni sull’immigrazione e ha fatto sapere di rimpiangere il cardinale Giacomo Biffi.
«Il problema principale è che non si sta affrontando efficacemente il problema dell’immigrazione nel nostro Paese. Non si risolvono i problemi impedendo a una singola nave di attraccare in un porto e anche il recente vertice del Consiglio d’Europa sull’immigrazione è stato in realtà un fallimento. Il problema va affrontato in modo diverso: bisogna tutelare i lavoratori che arrivano qui, porsi il problema della casa. Viviamo in un Paese dove da ormai 15 anni esiste una legge che si chiama Bossi-Fini, una legge fatta dalla destra e dunque anche dalla Lega che ha reso ingovernabile il problema dell’immigrazione. Dunque chi oggi è al governo ha creato il problema e non serve adesso gridare o fare affermazioni contrarie ai principi costituzionali».

Torniamo all’arcivescovo Zuppi. Tutto è cominciato dallo sgarbo istituzionale della sottosegretaria Lucia Borgonzoni della Lega che a un incontro sul tema dell’immigrazione a Bologna, se n’è andata quando ha preso la parola il vescovo. Poi il problema è diventato politico, perché il Carroccio sostiene di non essere “amato” da Zuppi.
«Io credo che le cose che dice il vescovo di Bologna sull’immigrazione siano molto concrete e realistiche. Noi al di là dei proclami non vediamo una proposta alternativa in questo momento mentre la Chiesa e il mondo del volontariato continuano a chiedere corridoi umanitari e canali di ingresso ordinati nel Paese e mi sembrano le uniche proposte in campo».

Che pensa del parallelo che fanno i leghisti con l’ex cardinale di Bologna Giacomo Biffi, considerato più vicino alle posizioni tradizionaliste?
«Chi fa questi discorsi non conosce il principio della realtà a cui si orienta la Chiesa, che è un principio evangelico e che parte da una frase: “Ero straniero e mi avete ospitato”. Il cardinale Giacomo Biffi parlava di immigrazione nel 2000 in un contesto completamente diverso, in cui nel Paese gli immigrati erano pochi ma le sue parole come quelle di Zuppi erano realistiche e concrete».

In questo particolare momento politico sembra quasi che sia rimasta solo la Chiesa a fare opposizione alle politiche immigratorie del governo. Vi sentite soli e isolati su questo fronte?
«No, perché il grande mondo del volontariato composto da sei milioni di persone in Italia pensa le cose che pensiamo noi. Prova a sforzarsi di conoscere i volti delle famiglie che arrivano in Italia, di conoscere le storie. Questo mondo riconosce il valore della realtà e ha una consapevolezza sociale, ma purtroppo non si trasforma mai in un progetto politico».

E secondo lei dovrebbe farlo? Pensa che si dovrebbe organizzare?
«Sì, servirebbe un progetto politico chiaro, nuovo e alternativo. Il fenomeno dell’immigrazione non lo si risolve creando insicurezza, lo si deve governare».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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