21 settembre 2018 - 09:14

Il Pd finisce a pezzi in Bolognina. Trasloco choc nel circolo simbolo

Scintille tra il presidente, il partito e l’immobiliare ex Ds. Che si difende: solo un disguido

di Francesco Rosano

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«Il quadro di Berlinguer l’ho trovato. Qui c’è il Lenin piccolo. Ma quello grande da 35 chili dov’è finito?». Il segretario del circolo del Pd Bolognina, Mario Oliva, cammina tra scatoloni, sedie ammassate e simboli del Partitone che fu, accatastati in tre stanzette al numero 4 di piazza dell’Unità. «La vede questa? È la bandiere del Pds firmata da Occhetto qualche anno dopo la Svolta della Bolognina. L’hanno staccata e buttata in un angolo». Il resto del circolo non è messo meglio: sembra un cantiere. Anzi, è un cantiere. Colpa dei lavori avviati senza preavviso dall’Immobiliare Porta Castello controllata dalla Fondazione Duemila, la cassaforte che gestisce il patrimonio degli ex Ds. «Solo un disguido», dicono dalla società. «Quello che è accaduto è inaccettabile», dice Via Rivani. Mentre sullo sfondo resta il braccio di ferro sul debito del Pd nei confronti della Fondazione per l’affitto delle sedi (almeno un milione). Di cui si tornerà a parlare una volta per tutte in un vertice convocato per mercoledì. La sala dove Occhetto annunciò la svolta che cambiò per sempre i destini della sinistra italiana ospita da qualche anno una parrucchiera cinese, duecento metri più in là. Ma è qui, nella sede del circolo Bolognina, che insieme a tessere e cimeli del Pci-Pds-Ds-Pd si custodisce la memoria di quel giorno. Ironia della sorta: la targa che commemora la svolta è l’unica sopravvissuto allo sgombero forzato subito l’altro ieri dal circolo. Ad accorgersene mercoledì è stato un volontario che ha chiamato subito il segretario. Scatenando una reazione a catena che ha coinvolto anche la Digos, prima che non diventasse palese che a smontare gran parte del circolo, spaccare la pavimentazione e accatastare tutto nelle salette posteriori era stato chi aveva le chiavi. La proprietà.

La sorpresa

«Da mesi stavamo discutendo del trasloco nella parte più piccola del circolo. Avevamo quasi completato l’accordo e invece hanno spaccato e smontato tutto senza dirci niente», si sfoga Oliva. «Meno male che sono riuscito a ritrovare le tessere — aggiunge —, lì ci sono dati sensibili». Le facce dei volontari che stanno con lui sono tirate, qualcuno ha gli occhi lucidi. Rabbia o tristezza, è difficile dirlo. «Abbiamo toccato il fondo dell’intelligenza politica. Sabato abbiamo in programma la tombola — si sfoga Luigi Angeletti — scrivetelo sul giornale che non la possiamo fare, così evitiamo che qualche anziano arrivi fin qui per niente». Qualcun altro è più diretto. «Ma Via Rivani che fa? Ci parlano con quelli della Fondazione?». «Ci sentiamo abbandonati dalla Federazione», scrive il circolo nel primo pomeriggio su Facebook, prima che arrivino le telefonate del vicesegretario Luigi Tosiani e del responsabile organizzazione e tesseramento Carmine Casella. «Quanto accaduto è inaccettabile — accusa Casella — intervenire senza preavviso, nel bel mezzo di una contrattazione, è sbagliato e controproducente. Serve rispetto verso tutti gli iscritti e i volontari. Il tema del rapporto tra il Pd e i proprietari delle nostre sedi merita una riflessione non più rinviabile». La Fondazione e l’immobiliare provano a spegnere le polemiche. «C’è stato un malinteso — dice Mauro Roda, ex tesoriere del partito e oggi presidente della Fondazione Duemila —, ma bisogna comunque fare dei lavori per mettere a posto quei locali, che diventeranno la sede della Fondazione». Roberto Brunelli, presidente dell’immobiliare, chiede scusa e parla di «difetto di comunicazione. Sarà nostra cura nel più breve tempo possibile ripristinare il normale utilizzo della sala». L’impressione di molti, però, è che il circolo sia finito stritolato dal muro contro muro sul debito da oltre un milione che il partito ha verso la Fondazione per l’affitto di sedi e circoli. Una cifra da ridiscutere, secondo Via Rivani, visto che non terrebbe conto di lavori e investimenti fatti. Mercoledì Pd e Fondazione si incontreranno per cercare un accordo. Il segretario del circolo Bolognina, intanto, non molla: «Chiederò indietro anche i mancati introiti della tombola».

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