28 settembre 2018 - 08:14

Decreto sicurezza, il vescovo Zuppi contro Salvini: così più clandestini

Il presule: «I problemi non si risolvono nascondendoli». Orgoglio Merola sui diritti: «Bologna controcorrente»

di Erica Ferro

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Monsignor Matteo Zuppi «smonta» il decreto Salvini. E, sul tema dell’immigrazione, oltre a prendere una posizione decisamente lontana da quella del governo, fa l’occhiolino a Confindustria Emilia-Romagna che in più di un’occasione ha sostenuto come il nostro Paese abbia bisogno dell’immigrazione. Non è certo la prima volta che Zuppi indica senza mezzi termini la sua «ricetta» per governare in maniera efficace il fenomeno dell’immigrazione, «in direzione ostinata e contraria», si potrebbe dire citando Fabrizio De Andrè, rispetto a quanto approvato lunedì sera dal consiglio dei ministri in tema di sicurezza e immigrazione. E ieri l’arcivescovo di Bologna è tornato con forza sul tema da Rovereto, in Trentino, dove partecipava a un’iniziativa per celebrare la figura di Nelson Mandela nel centenario della sua nascita. «Far credere che si possano risolvere i problemi nascondendoli e creando sostanzialmente clandestinità, mettendo in discussione i sistemi di integrazione, significa tornare indietro», ha detto Zuppi. «Serve una visione», in sintesi. Una lezione imparata da Nelson Mandela, che Zuppi ha citato e ricordato in cima al Colle di Miravalle, dove ogni sera al tramonto risuonano i 100 rintocchi della Campana dei caduti, fusa nel 1924 con il bronzo dei cannoni delle Nazioni partecipanti alla Prima guerra mondiale. Un’occasione per parlare anche di un presente in cui la differenza fra le speranze degli anni Novanta, quando l’azione politica di Mandela raggiunse l’apice del successo, e la realtà odierna, è ben visibile. Un presente in cui, in Italia, «è stato sottovalutato il tema della sicurezza ed è cresciuto in maniera deformata, perché i dati restituiscono un quadro diverso da quello comunemente percepito», ha detto l’arcivescovo. La questione, tuttavia, secondo Zuppi «ha preso sempre più piede, perché è rimasta sempre un’emergenza»: «Tutti i governi che si sono succeduti non hanno affrontato la tematica dell’immigrazione con una visione del futuro. Se questa manca, ci si chiude».

Il vescovo Matteo Maria Zuppi con il sindaco Virginio Merola
Il vescovo Matteo Maria Zuppi con il sindaco Virginio Merola

La posizione di Confindustria

E a tal proposito Zuppi ha citato anche Confindustria Emilia-Romagna che «ha sottolineato come il nostro Paese abbia bisogno dell’immigrazione e non l’ha fatto certo per “buonismo”, categoria che reputo fasulla. Gli industriali hanno parlato con realismo, ma è chiaro che chiedano un sistema, che non si trova, tuttavia, solo in un discorso di sicurezza, ma con una visione di futuro». E ancora: «Ci sono purtroppo molte difficoltà, per cui si tengono le persone per mesi in un limbo, in attesa di dar loro risposte, favorendo in questo modo anche i problemi di sicurezza: l’assenza di risposte può far diventare queste persone manodopera per la delinquenza». Lo stesso sindaco Virginio Merola, partecipando al forum dell’Ansa, ha detto che «Bologna è una città aperta al mondo, in controtendenza e controcorrente rispetto al governo che si chiude e si allea con gli stati europei che sono per un ritorno al nazionalismo. Bologna in questi anni ha lavorato per restare saldamente in Ue e nel mondo». E dall’Eremo di Ronzano, frate Benito Fusco ieri ha lanciato la sua «sfida» a Salvini, presentando la festa dell’accoglienza e della solidarietà in programma nel fine settimana. «Ma è anche una festa di lotta intransigente nei confronti di un atteggiamento giuridico e incostituzionale». In programma spettacoli e mostre sui migranti e uno spazio ristoro: «Le nostre tavolate si chiameranno corridoi umanitari».

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