12 febbraio 2019 - 09:51

D’Alema-Casini, pace fatta: «Rottamare? No, ricostruire»

La stretta di mano durante il dibattito alla presentazione del libro «L’inganno di Berlinguer»

di Beppe Persichella

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La stretta di mano
La stretta di mano

L’ultima volta c’era stato meno miele tra i due. «La candidatura di Pier Ferdinando Casini è uno sfregio alla nostra storia», disse Massimo D’Alema commentando la scelta di Matteo Renzi di far correre nel collegio bolognese del Senato l’ex presidente della Camera. «D’Alema è accecato dall’odio verso Renzi», gli rispose Casini.

La figura di Berlinguer

Messa da parte quella campagna elettorale (e anche Renzi), due tra i principali protagonisti della Seconda Repubblica si sono incontrati ieri al Baraccano per discutere della figura di Enrico Berlinguer. E le ruggini passate sono state presto cancellate da una battuta di Casini: «Parlare di Berlinguer con D’Alema è come fare la predica in chiesa al posto del prete». C’è da aggiungere che le analisi di entrambi su un bel pezzo di storia repubblicana in molti casi convergono. L’occasione è la presentazione del libro L’inganno di Berlinguer dove l’autore, il giornalista Domenico Del Prete, si interroga sulla mancata svolta socialdemocratica del leader comunista. Ma per D’Alema «l’orizzonte di Berlinguer era quello del comunismo, seppure non sovietico», mentre secondo Casini quel passo era impossibile da compiere prima del 1989 perché rompere con l’Urss avrebbe significato lo stop ai finanziamenti e avrebbe procurato «scissioni dolorosissime».

Le scissioni

La storia racconta che le scissioni, dolorose o meno, ci sono comunque state nella sinistra italiana, l’ultima, dal Pd di Renzi, portata avanti proprio da D’Alema e Pierluigi Bersani. Ma ora che il senatore dem è uscito di scena, i tempi sono maturi «per abbandonare il furore rottamatore e ricostruire ciò che si è rotto, anche se ci vorrà tempo», dice D’Alema, indicando come priorità i rapporti con la società civile e i sindacati in vista delle Amministrative. Prima di quell’appuntamento ci saranno però le primarie Pd, giornata che Romano Prodi auspica piena di bandiere dell’Ue sui balconi degli italiani. «Tutto ciò che può servire a rilanciare lo spirito europeo — condivide D’Alema — mi trova favorevole».

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