18 gennaio 2019 - 10:33

«La Chiesa stia fuori dalla politica. Un partito? Sarebbe solo un bluff»

Il sottosegretario Morrone: «Credente e leghista, rimpiango Biffi»

di Francesco Rosano

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Morrone con Conte
Morrone con Conte

Sottosegretario Morrone, da cattolico impegnato in politica cosa prova di fronte al fermento che sta animando la Chiesa e il mondo cattolico? Le scuole diocesane di formazione socio-politica che si riuniscono in associazione, la nascita di un movimento e, perché no, di un nuovo partito. Avversario della Lega...
«Io sono cresciuto in una parrocchia, a Carpinello, in provincia di Forlì, ma quando ho iniziato a fare politica mi sono iscritto a un partito. La politica è una cosa, il cristianesimo e la dottrina un’altra. Sono battezzato, ho frequentato il catechismo, ho fatto la comunione, la cresima, anche i miei figli sono battezzati, ma per fare politica ho preso un’altra strada, ascoltando le idee di laici e cattolici e cercando di dare le risposte migliori».

Ma da cattolico e leghista come tiene insieme la richiesta, che viene dalla Chiesa, di accoglienza per i migranti alle posizioni rigide di Salvini e della Lega?
«Le nostre non sono posizioni rigide ma di buon senso. È assurdo pensare di far pagare ai contribuenti italiani persone che non fuggono da alcuna persecuzione e che rischiano di diventare un elemento di profitto per le reti della criminalità organizzata, la Lega vuole la legalità anche per tutelare chi invece ottiene lo status di rifugiato. Sulla Chiesa dico sono che ha posizioni diverse e io ricordo quella del compianto cardinale Biffi, che già nel 2000 metteva in guardia i cattolici da una deriva che oggi dimostra la sua gravità».

Quella che si sta progettando nel mondo cattolico le sembra un’invasione di campo?
«Capisco un movimento che cura l’anima e l’educazione dei nostri figli, ma far nascere un movimento politico mi sembra un passaggio azzardato. Un conto è che un politico si ispiri a dei valori, cattolici piuttosto che altri, a seconda della propria sensibilità, altro è che sia chi cura la nostra anima a doverci dare degli indirizzi politici. Un po’ come se un politico si permettesse di dare alla Chiesa indirizzi sulla dottrina e la cura delle anime. Poi nella Chiesa ci sono numerose posizioni, il Papa dà la linea, ma tanti vescovi su molte problematiche hanno posizioni completamente diverse».

Nella Lega c’è chi dice che alla fine si voglia soltanto rifare la Dc.
«Per me non è così. La Dc è nata in un momento storico particolare, oggi siamo in tutt’altro contesto. Si potrà anche creare un movimento, ma non penso che da parte della politica attuale ci sia questa necessità. Ci sono giovani impegnati in politica all’università, ci sono scuole di politica, gli spazi per impegnarsi non mancano. Non credo ci sia la necessità di un nuovo movimento politico e non so neanche se possa poi trasformarsi in un partito. Ma se c’è qualcuno che ha intenzione di farlo dall’alto rischia di fare un flop. Quando c’è la necessità un movimento cresce da solo, spontaneamente. Basta pensare al M5S, alla Lega, o anche ai gilet gialli, non servono scuole per crearlo. I movimenti nascono quando c’è un’esigenza dei cittadini, poi può anche capitare che si organizzino in partito, o magari si sciolgano quando hanno esaurito la loro spinta. Un po’ come succede con certe liste civiche a livello comunale. In questo caso non mi sembra ci sia una volontà dal basso, ma un percorso tracciato dall’altro che rischia di non essere credibile».

L’arcivescovo di Ferrara, monsignor Gian Carlo Perego, ha accostato il ruolo che potrebbero avere oggi le scuole diocesane a quello dell’Azione cattolica durante il fascismo, che formò la classe dirigente della futura Dc.
«Mi sembra un parallelo assolutamente non attuale. Allora c’erano dei regimi, oggi a nessuno è vietato formare un partito ed esprimere le proprie idee. Mi dispiace che si dica qualcosa del genere. Preferirei che queste scuole fossero utili ad altro, dovrebbero affrontare problemi come le vocazioni in netto calo o le comunità cristiane perseguitate nel mondo, non scendere in politica. Se poi nascerà davvero un partito penso che si rivelerà un bluff. Non ho mai temuto i movimenti politici creati a tavolini, hanno vita breve. Ma non penso che nella Chiesa ci sia la volontà di formare un partito».

Resta l’impressione che sia la Chiesa la vera opposizione con cui dovete confrontarvi.
«Per me no, ho sempre visto la sinistra e il Pd come avversari, mai la Chiesa. Anzi, quando qualcuno osò togliere i crocefissi da scuola ho raccolto migliaia di firme per difendere i valori cristiani».

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