Imam "ultrasalafita" espulso dalla questura di Novara

Imam "ultrasalafita" espulso dalla questura di Novara
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L'uomo era stato rintracciato su un treno dalla Polfer novarese

Nella giornata di giovedì 14 marzo, ma la notizia è stata resa nota solo oggi dalla questura di Novara, è stata data esecuzione alla misura di espulsione “per motivi di ordine pubblico o sicurezza dello Stato”, disposta dal Ministro dell’Interno con proprio decreto, nei confronti del cittadino marocchino Houssam Din Rouzak, nato in Marocco il 10 ottobre 1983.

Secondo quanto reso noto, la misura è stata adottata dal Ministro dell’Interno “a seguito di una estesa e complessa attività info-investigativa” operata dalla Digos novarese nei confronti del cittadino marocchino, durata dagli inizi del 2017 e terminata alla fine del 2018. Le indagini avevano evidenziato come l’uomo “già attestato su posizioni religiose assolutiste di natura autoreferenziale e tendenzialmente salafita, a partire dal 2014 ha effettuato un prolungato percorso di soggiorni all'estero, nelle aree prossime alle zone in cui insisteva l’aspro conflitto con la compagine terroristica del Daesh, ritornando in Italia solo agli inizi 2017, connotato da una ancora più rigorosa ed intransigente impronta teologica, di natura segnatamente ultrasalafita, e di fatto fondamentalista, totalmente chiusa ad ogni confronto ed espressamente ostile nei confronti dei non-musulmani”.

Era stato allontanato dal Centro Culturale islamico di Vercelli per le sue posizioni radicali

Pochi mesi dopo il suo ritorno in Italia, lo straniero ha effettuato un ulteriore prolungato soggiorno in Marocco, protrattosi fino alla seconda metà del 2017, ritornando in Italia nel dicembre di quell'anno per assumere il ruolo di Imam del Centro Culturale islamico di Vercelli. Secondo la questura “la visione reazionaria ed assolutista della propria religione, lo ha portato, dopo un periodo di evidente dissimulazione dei propri reali propositi, a manifestare intenti di natura salafita”, come accertato anche dalla Digos di Vercelli, che durante il periodo di permanenza in città “ha efficacemente collaborato” con quella novarese nelle attività investigative. Gli intenti manifestati dal nordafricano,  erano “prossimi al radicalismo islamico” tanto evidenti da indurre tutti gli esponenti del Centro culturale islamico “anche quelli di fede più ortodossa che in un primo tempo lo avevano sostenuto a contestarlo, arrivando infine ad allontanarlo dal centro”, che, nella visione “strategica” dell’uomo, avrebbe dovuto essere trasformato “in un luogo di indottrinamento e proselitismo di natura ultrasalafita, in chiave anti-occidentale”.

L’ allontanamento dal centro culturale vercellese, secondo gli investigatori “hanno peraltro portato lo straniero ad un un rapido escursus psicologico indirizzato verso una situazione psichica di tipo paranoide indicativo di una personalità evidentemente non equilibrata, tendente al delirio religioso, inducendolo ad abbandonare repentinamente il territorio nazionale della prima estate del 2017 per riparare temporaneamente nel Paese d’origine, da cui ha fatto infine rientro in Italia soltanto alcuni giorni or sono”.

Intensa attività investigativa della Digos dei due capoluoghi

L’esito delle attività investigative, avendo denotato in Houssam Din Rouzak “una persona potenzialmente pericolosa, in quanto portata a manifestare e diffondere spinte antisociali, come manifestato nella sua condotta quale imam, e con molteplici, continui e durevoli legami con ambienti salafiti, in Italia e in Medio Oriente, dove, come rimarcato, è acclarata la sua permanenza per un lungo periodo di tempo”, sono pertanto culminate nell'emissione del decreto di espulsione che, subito dopo il rientro in Italia dello straniero è stato notificato ed eseguito. Il cittadino marocchino, mercoledì 13 marzo era infatti stato rintracciato su un treno che stava per arrivare nella stazione di Novara, durante un controllo di routine effettuato dalla Polizia ferroviaria novarese. Dopo le varie operazioni amministrative il cittadino marocchino è stato accompagnato alla frontiera nello scalo aereo internazionale di Malpensa per il conseguente rimpatrio nel Paese d’origine.

m.d.

 

 

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