24 agosto 2018 - 11:29

Pisa, insulti e sassi contro il localesimbolo dell’integrazione: il racconto

Grida e pietre contro tre africani, episodi ripetuti. L’aggressore è un signore di mezza età, gestore di un pub in città, già noto alle forze dell’ordine. «Questo è razzismo»

di Elena Zunino

I proprietari del locale I proprietari del locale
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Grida, insulti e pietre contro tre senegalesi. È passata da poco la mezzanotte di martedì 21 agosto quando da un balcone di via Quarantola, a Pisa, tre clienti del ristorante «Sapori d’Africa e Toscani» sono aggrediti da un abitante di una appartamento vicino al locale. «Io e mia figlia eravamo fuori a prendere il fresco», racconta il titolare, Nicola Tamburiello, 62 anni. «Nella piazzetta qui di fronte c’erano tre ragazzi che avevano mangiato da noi e che si stavano fumando una sigaretta. A un certo punto, sento delle grida. Sento casino. Esco fuori e mi accorgo che un signore ha tirato delle pietre, dei vetri, delle bottiglie — non so esattamente cosa — contro questi ragazzi».

«Certo che è razzismo!», dice Bousso Guye, senegalese, 44 anni, moglie di Tamburiello e cogestrice del locale. «È razzismo bello è buono», ripete Tamburiello, «perché questo signore comincia ad urlare e a dare noia solo quando vede dei clienti neri. Alla polizia ha detto che questi ragazzi facevano casino. Ma non è vero. Erano lì tranquilli e non stavano creando nessun problema. Stavano facendo meno rumore di me che giocavo con la bimba».

Le origini

Originario di Certaldo, Tamburiello ha vissuto dieci anni in Senegal dopo aver visto suo figlio morirgli davanti agli occhi, schiacciato da un autotreno. «Dopo quella cosa me ne sono andato in Africa. Poi quando io e Bousso abbiamo avuto una bimba, ho deciso di tornare in Italia. Siamo venuti qui a Pisa perché sapevamo che c’era una grande comunità di senegalesi e un ristorante come il nostro, che mescola cucina toscana e senegalese, poteva funzionare».

I precedenti

Aperto da due mesi, il ristorante, effettivamente, funziona. Ma non è la prima volta che i clienti subiscono aggressioni. «Abbiamo aperto a giugno e sarà già capitato 7 o 8 volte che questo signore che abita qua sopra si mette a sbraitare contro i nostri clienti di colore. Prima comincia ad insultarli e poi, magari, prende il cellulare e si mette a filmarli se loro reagiscono o rispondono».

Anche alla figlia e alla madre di Bousso è successa la stessa cosa, racconta lei: «Qualche giorno fa ero in cucina e dalla finestra mi sono accorta che questo signore si stava avvicinando con il telefonino a mia sorella, mia mamma — una signora di 77 anni —, e nostra figlia, di quattro anni. Non so se stava facendo una foto o un video, ma le stava riprendendo e intanto le ricopriva di insulti e diceva di tornarsene in Africa».

L’aggressore

L’aggressore è un signore di mezza età, gestore di un pub a Pisa, già noto alle forze dell’ordine: «È uno che telefona di continuo alla Polizia perché dice che qui c’è casino. Mia figlia e la sua, prima, giocavano sempre insieme, ma ora alla bimba ho vietato di entrarci in casa, perché abbiamo paura che le succeda qualcosa. Anche la moglie per un po’ è stata nostra cliente. Gentilissima, tranquilla: si prendeva da mangiare da noi e se lo portava in casa. Ma ora non viene più», racconta il titolare. Per ora, l’autore dell’aggressione non è stato denunciato. «I senegalesi pensano che, per una cosa del genere, se ti prendono, vai in galera e non esci più», spiega Tamburiello. «Quindi hanno preferito lasciar perdere. Però se questi episodi si ripetono sarò costretto a denunciarlo».

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