25 aprile 2018 - 14:04

Firenze, in piazza per il 25 Aprile
Con il sondaggio di Renzi sul governo

Corteo da Santa Croce a Palazzo Vecchio, gli interventi di Betori, del sindaco Nardella e dell’Anpi. L’ex premier tra selfie e saluti: «Ma lo fareste voi un governo col M5S»?Prima delle manifestazioni il contro corteo degli antagonisti: sconti e quattro fermati

di Marzio Fatucchi

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Un 25 Aprile fiorentino con qualche tensione, e 4 manifestanti del Movimento di lotta per la casa fermati perché un loro corteo, di una cinquantina di persone, voleva entrare in piazza Santa Croce: sono stati allontanati da cariche di alleggerimento della polizia. Una partenza del corteo insolita, perché proprio da Santa Croce: il luogo consueto, piazza Unità d’Italia, è occupata dai cantieri della tramvia. Un 25 aprile in cui l’orazione del sindaco Dario Nardella parla anche di Siria e guerra, e quella di Vania Bagni, vicepresidente nazionale dell’Anpi, ricorda l’appello a debellare ogni razzismo e discriminazione. Una Festa della Liberazione con il senatore Pd Matteo Renzi in piazza Signoria, che improvvisa un sondaggio sul governo: «Sì o no all’accordo col M5S?», domanda a bruciapelo alle decine di persone che lo salutano e gli chiedono un selfie. E la risposta — che sicuramente arriva da persone a lui vicine politicamente — è praticamente sempre: «No».

Matteo Renzi con il partigiano Silvano Sarti
Matteo Renzi con il partigiano Silvano Sarti

In Santa Croce, di fronte alle forze dell’esercito e dell’ordine e ad un centinaio di persone, parla anche il cardinale Giuseppe Betori: «La Festa della Liberazione ci chiede di non dimenticare, ma di fare costante memoria di un popolo che, seppure tra le vicende drammatiche della guerra, ha continuato ad anelare alla libertà, per la salvaguardia della propria identità. Una libertà vera, autentica, quella che scaturiva dal desiderio del cuore di uomini e donne lacerati dall’esperienza della barbarie della dittatura e della morte». E l’arcivescovo di Firenze chiede a tutti un «impegno quotidiano». Nardella, dall’arengario di piazza Signoria, cita Sandro Pertini, cita l’intervento in Siria contro l’uso delle armi chimiche ma lancia un appello: «Firenze, città del dialogo e del confronto, chiede alla comunità internazionale, ai paesi occidentali, alle forze siriane e a tutti gli attori in campo di cessare l’offensiva militare, sperando che qualcuno possa ascoltare questa città. Perché come è stato detto proprio ieri in occasione della Conferenza internazionale sul futuro della Siria, “la Siria non è una scacchiera, non è un gioco geopolitico, la Siria appartiene ai cittadini siriani” e “sono i siriani che devono decidere da soli il futuro del loro Paese”. Nessun popolo deve attribuirsi l’iniziativa unilaterale di imporre a un altro le regole. Dobbiamo garantire che pace e democrazia crescano, ma nel rispetto dell’autodeterminazione dei popoli». Ad un anziano partigiano, 93enne, Antonio Crepaldi, di Pavia ma che ha combattuto a Firenze nel ‘44, viene consegnata una onoreficenza: «Non sono un bravo oratore: dico solo che abbiamo vinto noi», dice dall’arengario.

Renzi arriva defilato, in Santa Croce, con una bici Colnago viola. Ma basta poco e cominciano le richieste di selfie dei turisti, tanti fiorentini lo salutano. Solo una contestazione, un attivista del no al Referendum gli domanda «perché sei qui tu che volevi fare la “schiforma” per cancellare la Costituzione voluta dalla Resistenza?». Ma si tiene a distanza e il senatore non lo considera. Invece Renzi, che non rilascia dichiarazioni politiche, chiede a tutti quelli che vogliono selfie o lo salutano cosa ne pensano del possibile accordo M5S-Pd per un governo. La risposta quasi totale è: «No», condita anche (dai fiorentini) da qualche commento sagace. «Niente accordo, eh, che questi ce lo mettono in tasca (eufemismo ndr), questi ci cancellano», dice l’ultimo degli «intervistati». «Mi pare una ottima sintesi», commenta Renzi. «Non cadere nella trappola», gli sussurra un attivista Pd fiorentino. «Messaggio ricevuto, forte e chiaro». Renzi poi arriva in piazza Signoria con Silvano Sarti, presidente onorario dell’Anpi e storico partigiano. Ma l’ex sindaco gli ha detto qualcosa del governo? Sarti glissa, poi commenta: «Mica il governo del Renzi ha fatto tutto bene. Anzi, quando ha sbagliato, ha sbagliato davvero. Ma io capisco se ho sbagliato solo se le cose le faccio». E poi una battuta sul leader della Lega, Matteo Salvini: «Vedo che ormai è diventato un sincero democratico. Ormai mi aspetto chieda la tessera dell’Anpi».

Il presidente toscano Enrico Rossi ha invece celebrato il 25 aprile a Poppi, in provincia di Arezzo, per ricordare «le brutali violenze commesse in Casentino tra il ‘43 e il ‘44», tra le quali le 108 persone rastrellate e uccise a Pasqua di Vallucciole, gli stupri compiuti dalla Quinta Divisione di Montagna della Wermacht, seguiti dagli omicidi di tutti i testimoni per evitare conseguenze.

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