19 dicembre 2018 - 10:04

Calenzano, prete pedofilo in aula: non si farà la perizia psichiatrica

A fine luglio il prete era stato arrestato dopo essere stato sorpreso nella propria auto mentre palpeggiava una bambina di dieci anni alla periferia di Calenzano. La sua difesa: non sapevo che era così piccola

di Giorgio Bernardini

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Non ci sarà — come chiesto dall’avvocato difensore — alcuna perizia psichiatrica per don Paolo Glaentzer, il sacerdote accusato di aver abusato sessualmente di una bambina di 9 anni. È l’esito della prima udienza del processo che vede sul banco degli imputati il parroco della chiesa di Sommaia (Calenzano). La prossima tappa del procedimento (che sarà celebrato con rito abbreviato) è stata fissata per il 5 marzo prossimo.

A fine luglio il prete era stato arrestato dopo essere stato sorpreso nella propria auto mentre palpeggiava la bambina alla periferia di Calenzano. Lui, dopo l’arresto, si era difeso sostenendo di non sapere che la bambina fosse così piccola. Don Glaentzer è arrivato in Tribunale martedì mattina intorno alle 12, a bordo di un furgone della polizia penitenziaria. Il mezzo l’aveva prelevato poco prima dalla sua abitazione a Bagni di Lucca, dove è attualmente agli arresti domiciliari. Ha assistito a tutta l’udienza — 4 ore in tutto — in assoluto silenzio, senza fare cenni e con lo sguardo basso. Anche i genitori della bambina sono arrivati in tribunale, ma non hanno salito le scale per arrivare al secondo piano, dove il processo si è tenuto a porte chiuse. Per tenere lontani fotoreporter e cronisti, infatti, il giudice per l’indagine preliminare Costanza Comunale ha disposto che venisse applicata una fettuccia di sicurezza all’ingresso del corridoio che immette alle aule. Una misura aggiuntiva a garanzia della privacy della bambina.

Una volta sentite la parti, il giudice ha ammesso la costituzione di parte civile per tutti coloro che ne hanno fatto richiesta. Per la piccola, i cui interessi sono gestiti dal curatore speciale Cecilia Adorno Braccesi per conto dell’avvocato Livia Nati. La custodia della bambina, nei giorni che seguirono la terribile vicenda, fu affidata a personale specializzato che ne conserva la tutela e ne cura gli interessi. Tra le parti civili costituite ci sono anche l’Arcidiocesi di Firenze, il Comune di Calenzano e i due genitori della piccola, che sono rappresentati da due diversi legali per «una strategia tecnica» (l’avvocato Francesco Coletta per il padre e l’avvocato Gianni Lopez per la madre).

Ma probabilmente — si evince — anche per una differenza di vedute sull’eventuale evoluzione del processo. Nel corso dell’udienza il pubblico ministero Laura Canovai non ha ritenuto di far emergere nuovi elementi, mentre la difesa del prete, rappresentata per la prima volta dal legale genovese Salvatore Bottiglieri, ha chiesto che l’imputato potesse essere sottoposto a una perizia psichiatrica per valutarne la capacità di intendere e volere. Il giudice si è riservato di prendere una decisione e nel pomeriggio l’ha comunicata alle parti: nessuna perizia, si va dritti alla discussione. Dopo la decisione di procedere con un rito immediato il legale del parroco aveva chiesto e ottenuto che il procedimento seguisse un rito alternativo: è stato scelto l’abbreviato che consente eventualmente lo sconto di un terzo della pena.

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