4 maggio 2018 - 12:23

Fatima perde il lavoro perché nera
L’ex assessore Mattei la assume
nella sua casa di riposo a Firenze

La storia della giovane senegalese che a Senigallia non ha ottenuto il posto di lavoro in una Rsa dopo i commenti di alcuni ospiti. «Se vorrà venire a Firenze io sarò ben lieto di prenderla con me a lavorare» scrive su Facebook l’imprenditore. E lei accetta

di Viola Centi

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Da Senigallia a Firenze, grazie a Massimo Mattei. Fatima Sy, la senegalese che non ha ottenuto il posto di lavoro in una casa di riposo perché agli anziani non andava bene il colore della sua pelle, ha risposto all’appello di Mattei, pubblicato ieri su Facebook. I due si sono messi in contatto nel pomeriggio di ieri, e la settimana prossima Fatima sarà a Firenze, per incontrare l’imprenditore ed ex assessore. «La storia di questa ragazza mi ha colpito, perché mi è accaduta una cosa simile anni fa — racconta Mattei — in una struttura per anziani. Uno dei proprietari mi chiamò perché i parenti di una anziana ospite si erano lamentati per una ragazza brasiliana, l’avevano offesa perché nera, l’avevano fatta piangere. Allora parlai con i parenti dell’anziana, e gli dissi che se non chiedevano scusa, potevano portare la nonnina a casa, perché non li volevo più vedere. Ci misero cinque minuti a cambiare idea, di fronte alla possibilità di riaverla a casa». Mattei gestisce 650 dipendenti, di cui il 60% composto da stranieri, distribuiti per case di riposo private a Firenze e provincia. «Domani inauguriamo una struttura a Capraia e Limite sull’Arno, ho bisogno di personale. Gli italiani non lo vogliono fare. Non che non ci sia lavoro in questo settore, anzi, ma la prospettiva di assistere anziani e lavorare il fine settimana non l’accettano, eppure si parla di 1200€ al mese».

Allora ben venga Fatima, che a quanto pare non ha trovato un accordo con la cooperativa per cui lavorava quando era a Senigallia. «Non abbiamo ancora parlato con i responsabili della cooperativa — spiega la donna, 40 anni, 15 dei quali passati in Italia — nonostante tutto il polverone sollevato. Sono felice per questa opportunità, è la prima cosa bella di questi giorni, mi risolleva un po’. Sono stanca. Io cerco disperatamente lavoro». Quando Mattei l’ha chiamata «aveva la voce rotta, si è commossa» dice. Fatima aveva già avuto esperienze del genere: come ricostruito dal Corriere Adriatico, che ha raccolto lo sfogo della donna, aveva provato a entrare a lavorare in un hotel, ma le fu preferita un’italiana, e lo stesso in un condominio, dove alcuni residenti non accettavano il colore della sua pelle. Alla terza volta, la cooperativa di Senigallia le ha spiegato i motivi, senza giri di parole. «Succede, che gli anziani a volte offendano gli operatori, ma bisogna capire i contesti, le condizioni di salute — spiega — chi lavora in questo settore ha fatto una scelta esistenziale, è quasi una vocazione, infatti molto ospiti e operatori si affezionano tra loro, perché l’anziano vede come viene trattato, come si comportano questi ragazzi, e allora il colore della pelle non conta più». La mossa di Mattei ha scatenato molte reazioni, dai complimenti di alcuni politici, come Stefania Saccardi e Dario Parrini, che lo hanno chiamato per l’idea che ha avuto, alle critiche soprattutto social. Ma Mattei non ha raccolto le provocazioni, anzi: «Se vengono in venti a dirmi che vogliono lavorare, io li prendo. Ma non verranno».

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