29 novembre 2018 - 10:40

Il decreto sicurezza e la Toscana
«Qui 4 mila clandestini in più»

L’allarme di Regione, Comuni e associazioni dopo l’approvazione delle norme volute da Salvini: «Il rischio è che questi migranti entrino nel giro dell’illegalità»

di Jacopo Storni

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Il decreto sicurezza è legge. Abolizione della protezione umanitaria, estensione del trattenimento nei centri per il rimpatrio, restrizione dei centri Sprar, più fondi per le espulsioni. Questi, in sintesi, i punti del decreto voluto dal ministro dell’Interno Matteo Salvini e approvato alla Camera martedì scorso. Cosa succederà in Toscana? Secondo le stime di Regione e Comune di Firenze, l’abolizione della protezione umanitaria rischierà di lasciare 4 mila migranti per strada in Toscana su circa 12 mila stranieri che sono attualmente nei percorsi di accoglienza. Di questi 4 mila, mille saranno in provincia di Firenze. Il rischio è che molti di questi migranti, senza più possibilità abitative, finiscano per affollare le strutture comunali come gli alberghi popolari o le strutture per l’emergenza freddo. Oppure, ancora peggio, finiscano per intraprendere strade devianti ed entrino nel giro dell’illegalità.

Cosa fare? Da Palazzo Strozzi Sacrati, sede della Regione, parte un fronte comune per non sgretolare un modello di accoglienza diffusa che ha dato buoni risultati negli ultimi anni. Allo studio della Regione, soluzioni corali (e tavoli di confronto) con l’associazionismo «per garantire comunque, anche attraverso il rafforzamento del volontariato, quei diritti fondamentali che rischiano di essere cancellati dal decreto sicurezza». Su tutti, l’esclusione dal registro anagrafico dei richiedenti asilo, che rischia di compromettere la possibilità di avere un medico di base o la possibilità di trovare un lavoro. Le soluzioni andranno trovate urgentemente, visto che sono già molte le associazioni che hanno esplicitamente dichiarato di volersi sfilare dall’accoglienza all’indomani delle nuove direttive ministeriali.

Oltre a depotenziare drasticamente gli Sprar (i centri di seconda accoglienza che puntano all’integrazione), l’idea di Salvini è quella di ridimensionare le risorse per i centri di prima accoglienza (Cas), passando dall’attuale dotazione di 35 euro al giorno per migrante a 19 euro, senza prevedere l’obbligatorietà di corsi di italiano e corsi di formazione. «Con meno soldi e col depotenziamento degli Sprar — dice Alessandro Bechi di Oxfam — non si può fare accoglienza e integrazione di qualità, è probabile che decideremo di non partecipare più ai bandi perché noi siamo un’associazione seria e non vogliamo fare gli albergatori». Parole simili da Davide Arca della Diaconia Valdese: «Potremmo uscire dall’accoglienza ministeriale e ospitare migranti attraverso metodi che non prevedono il coinvolgimento del governo, come ad esempio i corridoi umanitari, già per altro sperimentati, attraverso l’autofinanziamento tra cui l’8x1000».

Il decreto sicurezza promette anche di garantire l’effettività dei provvedimenti di espulsione. Ma in Toscana non esiste ancora un centro rimpatri, a cui il governatore Rossi si è opposto (mentre i sindaci di Firenze e Prato sono favorevoli). Su questo l’assessore regionale Bugli dice: «Dal ministero, non è ancora arrivata nessuna comunicazione per la realizzazione di un Cpr». Secondo molti sindaci toscani, il decreto sicurezza, paradossalmente diminuirà la sicurezza nelle città, soprattutto in conseguenza dell’ingresso nell’irregolarità dei migranti a cui sarà respinta la protezione umanitaria, circa il 25% del totale secondo le stime. A questi vanno poi aggiunti quelli che hanno ottenuto la protezione umanitaria prima dell’entrata in vigore del decreto Salvini e che non possono accedere alla seconda forma di accoglienza, quella dei centri Sprar.

Il decreto, infatti, prevede che agli Sprar possano accedere soltanto i minori non accompagnati e i rifugiati. Esclusi i migranti con protezione umanitaria. Sono già decine i migranti fuoriusciti dall’accoglienza e approdati provvisoriamente agli alberghi popolari. «Ma il nostro sistema di accoglienza non può reggere l’arrivo dei migranti fuoriusciti dai Cas — dice l’assessore fiorentino alle politiche sociali Sara Funaro — I nostri alberghi popolari non possono diventare i nuovi centri di accoglienza straordinaria. Con alti numeri di migranti illegali, verrà a crearsi un problema di sicurezza nelle nostre città».

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