17 settembre 2018 - 20:11

Carrara, «Bella ciao» in Consiglio
e la seduta viene interrotta

Il sindaco ha chiesto scusa alla figlia del partigiano Vico, il cui busto è stato incappucciato nei giorni scorsi

di Manuela D’Angelo

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La figlia del partigiano Vico
La figlia del partigiano Vico

Cantano «Bella Ciao» in consiglio comunale a Carrara, chiedono le dimissioni del presidente Stefano Benedetti (Fi) per aver proposto lo spostamento del busto del partigiano Vico lontano dal Comune (poi incappucciato nell’atrio da ignoti); hanno fischiato contro la Lega e Fratelli d’Italia, gridando il numero dei morti per la libertà, appellandoli «fascisti», fino a quando il consiglio comunale è stato interrotto per impossibilità di proseguire i lavori. La sinistra si è unita tutta nel pomeriggio, sotto l’atrio del comune e dentro la sala del consiglio, alcuni con le bandiere, altri con i fazzoletti tricolore: c’era l’Anpi, la Cgil, il movimento dei Carc, Rifondazione comunista, e c’era anche la famiglia del comandante Alfredo Gianardi detto Vico, tra cui la figlia Isa, ormai anziana, costretta a vedere l’immagine del padre incappucciata.

«Un dolore grande- ha detto- una ferita riaperta, come quando ci cercavano i nazisti perché eravamo la famiglia di Vico e dovevamo morire». Il sindaco, neo eletto con il centro destra, Francesco Persiani, ha fatto sedere la signora Isa accanto a lui in consiglio comunale, dopo averla incontrata in privato, e le ha chiesto scusa a nome di una comunità che si è sentita oltraggiata dal gesto. «Ma non posso prendermi la responsabilità di quanto accaduto- ha voluto precisare Persiani- né voglio condannare chi ha fatto una semplice proposta, di spostare il busto in un luogo più idoneo, esprimendo una propria opinione. Il reato di opinione non esiste».

Il consiglio però si scalda presto: la sinistra chiede più soldi all’Anpi, il sindaco risponde che «ne ha avuti parecchi» snocciolando il conto anche degli ultimi mesi; arriva anche il sindaco di Stazzema, Maurizio Verona, che avrebbe voluto dire la sua, «disgustato dall’incappucciamento di una partigiano», ma il regolamento impedisce che parlino degli esterni e il presidente Benedetti non ha voluto sospendere la seduta per farlo intervenire. Così tra i fischi e le offese il consiglio è stato interrotto, per motivi di ordine pubblico. E uscendo dall’aula i partigiani hanno detto: «Finché vivremo, il busto di Vico rimarrà dove si trova».

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