1 aprile 2019 - 18:38

Il ministro Bonafede al Forteto
«Lo Stato chiede scusa alle vittime»

Il guardasigilli in visita alla cooperativa commissariata dal governo e legata alla comunità per minori che per anni è stata teatro di violenze psicologiche e sessuali: «Lo Stato accompagnava le vittime al cancello dell’inferno e le faceva entrare: mai più»

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«So che non renderemo mai l’infanzia alle vittime del Forteto, ma lo Stato chiede scusa, anche se dopo 40 anni, e farà tutto il possibile perché si faccia giustizia». Il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede dà così il senso della sua visita al Forteto, la cooperativa agricola commissariata dal governo legata alla comunità per minori teatro di atroci violenze sessuali e psicologiche.

«Sto vivendo uno dei momenti più emozionanti da quando sono ministro della Giustizia — ha aggiunto Bonafede — È una vicenda che ho conosciuto sei anni fa al momento del mio ingresso in Parlamento». Bonafede ha ripercorso le tappe del suo impegno sulla vicenda quando presentò una mozione, poi respinta, dal governo nel 2015. «La cosa bella — ha continuato — è che quella mozione non era firmata soltanto dal M5S ma da tutte le forze politiche esclusa quella che, al momento, governava. Una mozione senza colori politici perché su questa vicenda che riguarda abusi fisici e mentali su bambini che venivano accompagnati dallo Stato dentro il Forteto, non ci può essere colore politico». Quando la mozione venne respinta «ho scoperto in tutta la sua mostruosità quanto può essere cinica la politica quando decide di proteggere quanto non può essere protetto secondo un comune senso di umanità».

«Quello che è incredibile nella vicenda del Forteto è che era il tribunale che accompagnava le vittime al Forteto — ha continuato Bonafede — Lo Stato accompagnava le vittime al cancello dell’inferno e le faceva entrare. Posso dire che le porte di quell’inferno sono state chiuse, il mio impegno è perché cose come queste non avvengano più». Bonafede ha poi ricordato la recente istituzione di una commissione d’inchiesta parlamentare sul caso Forteto: «C’è ancora da lavorare per fare piena luce».

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