27 aprile 2019 - 09:29

Prato, il questore al Viminale:
«Denuncio chi mi ha fischiato»

Sotto accusa l’Anpi che il 25 Aprile ha contestato lui e il prefetto per il corteo di Forza Nuova

di Simone Innocenti, Marzio Fatucchi

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PRATO - Il questore di Prato Alessio Cesareo annuncia al ministero dell’Interno che la Questura denuncerà tutti quegli iscritti all’Anpi ritenuti responsabili di aver fischiato il prefetto Rosalba Scialla durante l’ultima celebrazione della Festa di Liberazione. Lo scorso 25 aprile il questore ha firmato un telex «urgente» per informare il dicastero su cosa era accaduto durante la festa in piazza Santa Maria delle Carceri quando nel corso delle celebrazioni a Prato per il 74esimo anniversario della Liberazione è andata in scena una protesta contro il prefetto Scialla. Quando lo speaker del cerimoniale ha fatto il suo nome alcuni presenti alle celebrazioni hanno fischiato, chiedendone le dimissioni con slogan e cori La protesta, secondo quanto hanno riferito alcuni dei manifestanti, si riferisce al comportamento del prefetto riguardo all’autorizzazione della manifestazione di Forza Nuova dello scorso 23 marzo a Prato.

Nel telex ci sono poche righe che ricostruiscono, dal punto di vista del questore Cesareo, i passaggi dell’intera vicenda. «Si comunica che nel corso delle celebrazioni per la Liberazione, un gruppo di soggetti appartenenti all’Anpi ha contestato con cori e cartelli, poi acquisiti dai poliziotti, il prefetto Scialla e il questore Cesareo», si legge nel telex urgente.

Nella segnalazione al ministero si precisa che «i cori sono consistiti nel chiedere le dimissioni del prefetto e nell’intonare alcuni canti tipici della lotta partigiana», si legge. I cartelli invece erano critici «nei confronti del Prefetto e del Questore» e richiamavano «l’autorizzazione concessa lo scorso 23 marzo» alla manifestazione di Forza Nuova, quando i simpatizzanti dell’estrema destra — in barba al divieto imposto dalla stessa Questura di Prato — entrarono in piazza oltre l’orario prestabilito sfilando per le vie del centro storico.

Nelle ultime righe del «telex urgente» si legge che la Digos e la polizia scientifica ha fatto delle riprese, «acquisendo alcune cartelli con frasi considerate non rispondenti alla solennità della manifestazione». Ed ecco perché, si legge nel telex firmato dal questore Cesareo, «i soggetti ritenuti responsabili di questi comportamenti, che sono in corso di identificazione, saranno segnalati all’autorità giudiziaria».

Nel «telex urgente» non si fa menzione dell’ipotetico reato ipotizzato nei confronti degli iscritti dell’Anpi. Forse l’accusa potrebbe essere quella di vilipendio della Repubblica e delle istituzioni costituzionali. Impossibile saperne di più. Alla Digos di Prato ci si trincera dietro un «no comment». Stesso atteggiamento anche al ministero dell’Interno.

Poche ore dopo la manifestazione era intervenuto il sindaco di Prato Matteo Biffoni dichiarando: «Credo ci siano modi e modi di contestare una posizione che si ritiene inaccettabile, come quella sostenuta dalla prefetta. Per quanto io ritenga che l’apologia del fascismo sia un reato che sarebbe anche il momento di punire come legge comanda, insisto, punire come legge comanda — aveva detto il sindaco — credo sia stato molto più efficace e costruttivo il modo di far valere un principio che abbiamo scelto il 23 marzo, riempiendo quella piazza bellissima e pacifica. Credo anche che la musica di quella piazza sia tuttora più forte dei fischi sentiti per il 25 aprile».

Il candidato sindaco per il centrodestra a Prato, Daniele Spada, aveva invece definito «vergognoso e inaccettabile contestare e offendere una rappresentante delle Istituzioni, ancor più se lo si fa durante la celebrazione ufficiale come il 25 aprile. Evidentemente questo manipolo di persone fuori dalla storia ha una concezione deviata della libertà, della democrazia e del rispetto delle istituzioni».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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