7 maggio 2019 - 11:17

Salone di Torino, la Giuntina non arretra: «Libri contro il fascismo, noi ci saremo»

Tanti forfait per la presenza dell’editore di CasaPound. Vogelmann: parlerò di mio padre ebreo

di Edoardo Semmola

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«Noi il fascismo lo contrastiamo con i libri». Quindi «vengano pure, quelli di Casapound». «Si accomodino nel loro stand, non abbiamo nulla in contrario. Perché siamo democratici, noi». Daniel Vogelmann si espone con determinazione, e anche una certa dose di ironia, al gran tourbillon che sta scuotendo l’Italia letteraria a due giorni dall’apertura del Salone del Libro di Torino. La polemica è scoppiata non appena si è appreso della presenza dell’editore Altaforte, legato a Casapound. Immediati sono arrivate le proteste del collettivo di scrittori di ispirazione marxista Wu Ming e dello storico Carlo Ginzburg che hanno cancellato i loro impegni al Lingotto in polemica. Lo stesso Christian Raimo, scrittore e collaboratore del direttore del festival Nicola Lagioia, ha rassegnato le dimissioni. Anche Carla Nespolo, presidente nazionale dell’Anpi, e il fumettista ZeroCalcare, hanno annullato le loro presentazioni.

I toscani invece, sia scrittori che editori, ci saranno tutti. Ma saranno agguerriti. «Porteremo il nostro stand colmo di libri che parlano di fascismo e nazismo… mica possiamo lasciare la ribalta tutta a loro e noi rinunciare?» La domanda (retorica) è di Vogelmann, ebreo fiorentino, figlio dell’unico italiano della lista di Schindler, fondatore della casa editrice Giuntina che si dedica alla promozione della cultura ebraica e della memoria. «Il fascismo va combattuto con la presenza, non con l’assenza — prosegue Vogelmann che a Torino giovedì presenterà la sua Piccola autobiografia di mio padre — E con la polizia e le procure, anche se ultimamente mi pare se ne occupino poco». Oltre allo stand e al suo libro, la Giuntina sarà protagonista anche domenica con il libro Bugiarda dell’israeliana Ayelet Gundar-Goshen. «Non solo ci vado, ma intendo parlare e a voce alta — continua — di Piero Gobetti: anche lui aveva una casa editrice e gli amici di Altaforte lo bastonavano mentre lui editava libri». E forse, sottolineando il forse, «parlerò anche del mitra e dell’elmetto di Matteo Salvini visto che sta per uscire la sua biografia proprio con la casa editrice di Casapound». Quel doppio “forse” si spiega così: «Perché più di tanto non si può parlare di queste cose: questa gente come minimo ti augura la morte, questi della “democrazia mussoliniana”. Noi che democratici lo siamo davvero, non abbiamo problemi a dividere lo spazio con Casapound».

Anche l’orbetellana Teresa Ciabatti, finalista allo Strega di due anni fa, ha confermato la sua presenza con il suo nuovo libro Matrigna. Idem Valerio Aiolli, fiorentino, finalista di quest’anno al Premio Strega e autore di uno dei libri più celebrati dell’anno, Nero Ananas: «Penso sia meglio esserci e portare la propria testimonianza culturale antifascista invece che boicottare un Salone di grande ricchezza e apertura. Ovviamente — specifica Aiolli — rispetto le posizioni di chi la pensa diversamente». Un altro fiorentino che sarà della partita è Vanni Santoni con il libro I fratelli Michelangelo. In un manifesto di intenti ha dichiarato «piena solidarietà a Christian Raimo, sperando che le sue dimissioni vengano rifiutate» e ha sottolineato come il Salone vada « presidiato e innervato di contenuti antifascisti chiedendo a gran voce che, se non ci sono già, si doti di strumenti atti a escludere in modo chiaro quelle case editrici che propugnano idee incompatibili con la democrazia e il viver civile, così da evitare in futuro trappole come quella di questi giorni».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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