23 marzo 2019 - 10:08

Sulla manifestazione di Forza Nuova
una catena di gravi ritardi e pasticci

Il commento del direttore del «Corriere Fiorentino» Paolo Ermini

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Chiamatelo, se volete, pasticcio. Ma servirebbero parole più dure per descrivere la confusione di cui hanno dato prova Prefettura e Questura di Prato nel caso del corteo organizzato per oggi in città dall’estrema destra di Forza Nuova. Prima si è traccheggiato per giorni prima di accettare o meno la richiesta del sindaco Biffoni, secondo il quale la manifestazione andava vietata in nome dei valori dell’antifascismo. Tanto più che l’iniziativa coincideva col centenario della creazione dei Fasci di combattimento, nel 1919, primo atto di quello che poi diventerà il regime fascista guidato da Benito Mussolini. Potevano le istituzioni statali farsi cogliere in imbarazzo dalla richiesta arrivata dal Comune? Noi pensiamo di no. Le istituzioni non possono dare ai cittadini l’idea di un tentennamento. Ma il peggio doveva ancora venire. Giovedì è arrivata finalmente la decisione: sì al corteo in base al diritto a manifestare il pensiero sancito dalla Costituzione. A noi era subito sembrato un grave errore, come abbiamo scritto sul giornale. Prato avrebbe potuto fare come aveva già fatto Milano, con la proibizione del corteo e il via libera a un presidio fisso. Ieri è stato un venerdì di voci e tormenti. Poi la marcia indietro ufficiale: niente corteo, Forza Nuova dovrà limitarsi a un presidio pomeridiano in piazza del Mercato Nuovo, dove c’è un tempio buddista e dove dovrebbe sorgere una moschea. Nelle stesse ore in piazza Santa Maria delle Carceri si svolgerà il contropresidio antifascista. Perché si è arrivati in extremis a prendere l’unica decisione possibile, equilibrata anche per gli aspetti giuridici? A Prato c’è un’attesa carica di preoccupazione. Tra ordini e contrordini, vedremo se i commercianti alla fine lasceranno aperti i loro negozi, com’è auspicabile. Perché deve prevalere il senso di responsabilità. E stasera si vedrà che cosa diranno i massimi rappresentanti dello Stato in città.

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