31 maggio 2018 - 22:10

Conte, giornata sull’ottovolante:
da prof a Firenze a premier a Roma
E Bonafede va alla Giustizia

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Nella prima, ma anche nella seconda Repubblica, non pochi politici sono saliti più volte al Quirinale per poi guidare un governo. Giuseppe Conte ha stabilito un record difficilmente superabile: essere chiamato due volte, a distanza di pochi giorni (otto), per ricevere dal presidente della Repubblica l’incarico di formare un esecutivo, il tutto dopo un’unica tornata elettorale e una `gestazione´ durata 88 giorni. E se il primo tentativo si è arenato sul nome di un ministro, quello di Paolo Savona all’Economia, questa volta la lista dei ministri è pronta.

Il professor Conte, laureato a Roma, docente di diritto privato alla facoltà di Giurisprudenza a Firenze, fino a quindici giorni fa era un bravo avvocato (con un importante studio a Roma) e, per molti suoi studenti, anche un ottimo docente, capace di avere un buon rapporto con molti di loro dopo gli esami. Fuori da questi ambiti pochi lo conoscevano. Ha dichiarato di aver votato a sinistra ma nell’autunno scorso, l’amicizia con Alfonso Bonafede (nominato ministro della Giustizia) lo ha portato ad avvicinarsi a Luigi Di Maio con il quale ha collaborato anche alla stesura di una parte del programma elettorale del Movimento 5 stelle. Da qui ad essere prima indicato come possibile ministro, «per spirito di servizio», poi come premier, il passo è stato breve.

È il sesto `non eletto´ che arriva a Palazzo Chigi, compreso Matteo Renzi che nelle aule dove il professore insegna ha studiato e si è laureato. Nato a a Volturara Appulla (Foggia), 54 anni, sposato e separato, con un figlio di 10 anni, Conte negli ultimi giorni ha avuto come primo `avvocato difensore´ proprio l’ex moglie che pubblicamente lo ha difeso quando sono partiti i primi problemi per un curriculum scritto, forse, con un po’ di `superficialità´, sui corsi seguiti all’estero. Studioso e preparato, dicono, nel 1988 (l’anno della laurea), era già stato inserito nella commissione istituita a Palazzo Chigi per la riforma del codice civile. Non si contano le collaborazioni con riviste giuridiche, università di paesi stranieri, i libri e gli articoli pubblicati.

Chi lo conosce dice che è un gran lavoratore, che per Roma gira in taxi, anche se la sua Jaguar è già finita sui giornali, e mangia pizze al taglio. Capace di dormire pochissimo e presentarsi nelle aule di tribunale o a lezione sempre impeccabile («ama vestirsi bene»). Lo era anche stamattina quando è arrivato, intorno alle 10.40 al Polo di Novoli, dove gli studenti lo aspettavano per le 10.15. Una lezione come le altre, senza pensare, forse, a quell’incarico di governo che domenica sembrava definitivamente sfumato. Poi, in treno per Roma, dopo un incontro con il rettore dell’Ateneo Luigi Dei, al quale ha regalato il suo ultimo libro, `L’impresa responsabile´. Proprio qui la nuova chiamata di Di Maio e Matteo Salvini. Tutto si è rimesso in moto in poche ore, in una giornata sull’ottovolante per il professore.

`L’impresa´ questa volta è davanti a lui e a quanti lo circonderanno. Certo chi lo conosce bene dice che non sarà disponibile a dire sempre sì ai partiti che lo hanno voluto, «vorrà e avrà la sua autonomia», assicurano i bene informati. `Riflessivo´ lo definiscono: quando uscì dall’ufficio di Mattarella la prima volta, davanti ai microfoni disse di voler essere `l’avvocato degli italiani´. Un compito che appare non facile con lo spread che negli ultimi giorni ha avuto un’improvvisa impennata e con la difesa che lui dovrà comunque fare in Europa dell’Italia e soprattutto del suo governo.

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