4 novembre 2018 - 11:25

Centrodestra, la cena dei sindaci. Che irrita i vertici di Forza Italia

La prenotazione al Giglio Rosso: Susanna (Ceccardi) per 7. Tomasi: partiti scavalcati? No...

di Giorgio Bernardini

shadow

«Susanna per sette». La prenotazione per venerdì sera, al ristorante Giglio Rosso di via Panzani, è arrivata così. Bistecca alla fiorentina per tutti i commensali, che non fanno mistero della loro voracità. A tavola come nel panorama politico toscano, dove vogliono «fare cappotto». C’erano il sindaco di Arezzo Alessandro Ghinelli, quello di Siena Luigi De Mossi, quello di Massa Francesco Persiani, quello di Pisa Michele Conti e quello di Pistoia Alessandro Tomasi. E Susanna Ceccardi ovviamente, sindaca di Cascina che «ha prenotato, ma non organizzato», tiene a specificare prima di affondare il colpo: «Mi auguro che questo giglio diventi presto verde». All’orizzonte ci sono le elezioni a Prato, Firenze e Livorno della primavera 2019; l’anno dopo le Regionali. La sindaca leghista — unica amministratrice di un Comune non capoluogo, ma anche unica dirigente politica della tavolata — ha creato il gruppo Whatsapp per metterla in piedi. La discussione virtuale si è trasformata in confronto reale.

Alla cena tutti sindaci civici vicini a questo o a quel partito del centrodestra, tranne Tomasi, alfiere di FdI, che ne spiega il senso: «Lo progettavamo da molto. Ci siamo visti per scambiarci le buone pratiche, per mettere in piedi una discussione dove si parlasse la stessa lingua, quella delle amministrazioni. Per conoscerci meglio e per preparare delle tattiche concordate. Ci tengo a dire che non vogliamo scavalcare i partiti — precisa Tomasi — che comunque faranno il loro lavoro in sinergia con noi nei prossimi mesi». Il sindaco pistoiese pare mettere le mani avanti per allontanare la polemica, ma l’iniziativa dei sette amministratori non è ovviamente passata inosservata. Soprattutto dalle parti di Forza Italia, il partito che di «quel centrodestra unito» ha fatto un modello in questa regione per arrivare a conquistare sei dei dieci capoluoghi.In questo senso, la battuta di Ceccardi sul giglio del ristorante fiorentino, è centrale: ha detto che deve diventare verde, non che deve cambiare colore. Ed è un fatto che di Forza Italia, a quella cena, non c’era nessuno. «Non commento cene a cui non sono stato invitato, spero almeno abbiano mangiato bene» annota caustico Stefano Mugnai, deputato e coordinatore regionale di Forza Italia, regista delle coalizioni che hanno sin qui permesso la scalata alle città rosse. Uno schema che si potrebbe e si vorrebbe ripetere, ma forse con una trazione diversa.

Il dibattito di venerdì sera si è sviluppato su numerosi versanti: dalla gestione dei rifiuti alle ordinanze, dalle opportunità alle resistenze. Con uno scambio di impressioni approfondito sulla «concretezza degli atti come arma vincente», come chiarisce il sindaco di Pistoia. Era stato proprio Tomasi, da questo giornale, a lanciare nei mesi scorsi l’appello per un coordinamento politico del centrodestra che individuasse strategie sui temi chiave della regione: grandi opere, rifiuti, sicurezza, turismo. Oggi, quella voglia di costruire un’alternativa che azzeri la classe dirigente di sinistra prende forma, per la prima volta, attraverso il confronto fra gli amministratori che hanno già portato a casa il risultato. Proponendo un modello nuovo per il centrodestra e invece già sfruttato dal renzismo delle origini, il «partito dei sindaci», civici o meno che siano. «Solo in questa maniera, parlando delle esperienze comuni positive e dei problemi che riscontriamo, si può costruire qualcosa di duraturo», dicono i sindaci. «Ho sostenuto tutti nelle loro campagne elettorali: oggi — spiega Ceccardi — siamo tutti insieme. L’obiettivo è vincere ovunque, soprattutto pensando di portare a casa il risultato per la Regione». In quel caso sarà lei, se — come pare — dovesse essere la candidata, a chiedere l’aiuto dei commensali al Giglio Rosso.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
ALTRE NOTIZIE SU CORRIERE.IT