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26 Aprile 2019 - 07:16
Giovane somalo in manette a Torino. Per gli inquirenti finanziava la Jihad (Depositphotos)
I cristiani morti in Sri Lanka sono 253 (il dato rivisto è stato annunciato ieri dalla Bbc) e l’Isis ha ufficialmente rivendicato gli attacchi suicidi, con tanto di filmati. Siamo in guerra? Secondo Oriana Fallaci buonanima sì, e da parecchio. Ma l’Isis non è l’Islam, anche se vorremmo che l’Islam moderato condannasse più fermamente l’estremismo e i suoi metodi. Guerra religiosa comunque lo è, almeno fra di loro. I Sauditi foraggiano i fondamentalisti sunniti, l’Iran quelli sciiti e lo stupido occidente foraggia entrambi coi suoi ‘aiuti umanitari’ subito trasformati in armi dai jihadisti. Questa strage in Sri Lanka è stata presentatacome rivalsa per l’attacco alla moschea in Nuova Zelanda, ma quello delle rappresaglie è un terreno scivoloso: cosa è lecito vendicare, cosa ‘pareggia’ cosa, e quanto si può andare indietro? Di recente la persecuzione dei cristiani in medio oriente, in Africa e in Asia fa pendere la bilancia dalla nostra parte, ma in passato abbiamo avuto la mano pesante con i maomettani, dai massacri delle crociate a quelli spagnoli della ‘reconquista’. Eppure vorrei allontanarmi dalla legge del taglione. Speravo che l’odierna, democratica tolleranza dell’occidente illuminista e politicamente corretto (per quanto io odi questo termine e questo modo di pensare e agire) fosse in grado di contagiare l’Islam moderato, specialmente quello che in occidente vive, modernizzandolo e sfanatizzandolo. Poi però leggo che molti dei kamikaze che si sono fatti esplodere in Sri Lanka provenivano da famiglie borghesi ricche e colte e avevano studiato in Europa e in Australia, e mi cascano le braccia. Siamo proprio in guerra.
collino@cronacaqui.it
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