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Rinasce il Minculpop

censura

Foto Depositphotos

Salvini ha trionfato (anche a Lampedusa e Riace, dove volevano farci credere che la popolazione era “tutta a favore dell’accoglienza”), ma non potrà monetizzare l’avanzata perché, anche in caso di rottura del governo, il Colle non concederà mai le elezioni. Le aveva già negate Scalfaro a Berlusconi dopo il ribaltone del 1994. Le negherà anche Mattarella, ex Dc moroteo, poi demitiano, sempre nella sinistra Dc, deputato con Prodi, Vicepremier con D’Alema, deputato con l’Ulivo, cofondatore del PD, eletto al Colle coi voti decisivi del PD renziano. Figurati se scioglie le camere uno così, prima che Salvini sia stato tritato ben bene dai media e sia stata sgonfiata la ‘bolla leghista’. Ecco cosa significa infiltrare. Vuol dire piazzare l’uomo giusto al posto giusto, dal Colle fino all’ultimo Ente, Autorità, Comitato. Le elezioni passano, gli infiltrati restano, senza bisogno di conferme elettorali. È con un infiltrato, il Presidente AgCom Cardani, che i radical politicorretti hanno appena riesumato il famoso Minculpop mussoliniano, il Ministero della Cultura Popolare che decideva cosa dovessero scrivere e ignorare i giornali, e mandava le veline ai direttori. Il Minculpop adesso si chiama AgCom, Autorità Garante per la Comunicazione, e ha appena tirato fuori dal portabavagli un nuovo regolamento in base al quale i media che useranno termini e giudizi contrari al pensiero egemone su gay, lesbiche, transessuali, rom, immigrati, islamici ecc. saranno diffidati, e il giornalista denunciato all’ordine. Se poi insisteranno, saranno multati dal 2 al 5% del loro fatturato. Se non si chiama censura questa…

collino@cronacaqui.it

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