piatti unici

Cous cous con ragù bianco

Cous cous con ragù bianco
Difficoltà: -Preparazione: - Dosi: 6 PERSONE

Ingredienti

  • 450 grammi di cous cous
  • 750 grammi di ricciola
  • 150 grammi di mandorle spellate
  • 1 cipolla bianca
  • 1 gambo di sedano
  • 1 carota
  • 2 spicchi d’aglio
  • 3 foglie di alloro
  • 1 bicchiere di vino bianco
  • olio extravergine di oliva q.b.
  • sale e pepe q.b.

Preparazione

  1. Rimuovete testa e lische dalla ricciola e usatele per preparare il brodo. Per questo fate bollite 2 litri di acqua salata con cipolla, carota, sedano, qualche foglia di alloro e gli scarti del pesce.
  2. Nel frattempo tostate le mandorle nel forno a 180°C per 5 minuti o in una padella dal fondo spesso senza aggiungere olio. A questo punto, tagliate la polpa della ricciola in piccoli pezzi. In un tegame fate soffriggere con un filo d’olio extravergine l’aglio in camicia, quindi aggiungete il pesce. Lasciate rosolare a fiamma medio alta, aggiustate di sale e sfumate con il vino. Fate evaporare tutto l’alcol per 4 minuti e pepate
  3. Proseguite per qualche minuto ancora la cottura, se necessario, setacciateci dentro un cucchiaino di farina per addensare e spegnete il tutto. A parte, poi, versate il brodo caldo in una ciotola capiente e lasciateci cadere il couscous a pioggia, quest’ultimo raddoppierà il suo volume assorbendo l’acqua. Coprite immediatamente con un coperchio e lasciate che si reidrati per almeno 7 minuti.
  4. Trascorso il tempo, sgranatelo con una forchetta, aggiungete le mandorle tostate e tagliate grossolanamente e condite con un filo d’olio. Componete il piatto con un mestolo di cous cous e il sugo di ricciola adagiato sopra. Servitelo accompagnato con un bicchiere di Oltrenero Oltrepo’ Pavese Docg Brut Metodo Classico.

Se è vero che ormai la spesa degli italiani è sempre più «contaminata» dalle influenze del cibo di altre culture, straniere, internazionali, esotiche (ne parliamo qui di fianco), il cous cous è stato uno dei primi alimenti che sono entrati di diritto nel nostro carrello. Già dai primi anni ‘90. In Sicilia e Sardegna ancor prima, forse da sempre, sotto l’influenza nordafricana. Diffusissimo nel Maghreb e in tutto il bacino mediterraneo, il cous cous è molto conosciuto in Africa Occidentale, in Israele, Giordania, Libano e Palestina. E così oggi lo si consuma in tutta Italia. A mio parere, giustamente. Perché è un alimento universale, versatile, ottimo sia caldo che freddo, per accompagnare carne, verdure, pesce. O come sostituto della pasta. Il nome un po’ orientaleggiante viene da cascà, che indica i granelli di semola di frumento cotti a vapore (del diametro di un millimetro prima della cottura, poi via via sempre più grandi).

(Ha collaborato Martina Barbero)

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