L'ondata di maltempo che nel fine settimana ha interessato il centro-sud ha portato qualche fiocco di neve e molto vento. Ed a causa del vento, molti alberi sono caduti, causando alcune vittime, nel Lazio e a Roma, in particolare. Ormai, come succede da alcuni anni a questa parte, quando un fatto legato alla cronaca interessa la Capitale, immediatamente si innescano le polemiche.

Inedita, nella classifica di quelle registrate finora, questa innescata dal deputato di FdI Fabio Rampelli, vicepresidente della camera. Vediamo che cosa è accaduto.


In seguito alle decine di alberi caduti a Roma, la sindaca Raggi ha pensato di giustificarsi con questa dichiarazione:

«Serve un piano straordinario per l’abbattimento di tutti gli alberi malati e arrivati a fine vita a Roma. Si tratta di piante per le quali non c’è alcun rimedio e per le quali non basta la manutenzione. Questi alberi li potremo sostituire piantandone altri, giovani e sani, al loro posto.

Molti degli esemplari caduti hanno circa 90 anni: sono stati piantati durante il regime fascista ed ora sono giunti al termine della loro esistenza. Si tratta di piante per le quali non bastano le cure ordinarie.»

La nota della sindaca, che continua, si può riassumere in questi termini: la manutenzione degli alberi che dalle scorse amministrazioni non è stata effettuata ha fatto sì che le piante si ammalassero e si indebolissero. Per tale motivo sono cadute. Non potendo essere "salvate" molte piante adesso dovranno essere tagliate e rimosse per evitare che quanto accaduto nei giorni scorsi si ripeta.

In attesa di ricevere i soldi da Di Maio per mettere in pratica il piano, la Raggi anticipa le conseguenze della sua decisione che «inevitabilmente cambierà anche il paesaggio di Roma. I pini secolari fanno parte del panorama di Roma ma così non si può andare avanti.»


Venuto a conoscenza delle parole di Virginia Raggi, l'onorevole Rampelli ha prontamente replicato in questi termini:

«La sindaca Raggi oggi se la prende con gli alberi di epoca fascista per i quali prevede un taglio radicale, sembra più un’epurazione ideologica che un provvedimento botanico. Inutile ricordare che importanti esperti hanno certificato che esistono metodi tali da rendere compatibile il paesaggio delle nostre città con i pini: monitoraggio arboreo, avvio del famoso bando ancora fermo per censimento, potatura e messa in sicurezza del patrimonio arboreo romano”.

Inutile anche ricordare – ha aggiunto Rampelli – che questo patrimonio fa parte dell’identità stessa della Capitale e ha ispirato centinaia di artisti di ogni epoca. Il paesaggio è infatti cultura, per tutti, tranne che per gli asini. Sarebbe bastato un regolamento degli scavi perché, come ha riferito uno dei più grandi esperti di pini mediterranei, l’agronomo Morelli, manca a Roma uno strumento per impedire la continua mutilazione delle radici degli alberi, naturale contrappeso alle chiome più estese.

A ogni scavo per la riparazione o la posa dei sottoservizi dovrebbe corrispondere un’azione di accurata manutenzione delle radici e del manto stradale violati. La prolungata assenza di cure fa diventare a Roma straordinaria quella che dovrebbe essere semplice manutenzione ordinaria.»


Rampelli ha infine aggiunto che «se la Raggi fosse medico curerebbe l’artrite con l’amputazione degli arti», riassumendo così la questione: «Secondo la sua bislacca teoria i pini secolari li ha messi il regime fascista, hanno 90 anni, devono essere estirpati tutti... Questi 5 stelle sono davvero degli scappati di casa...»

Sinceramente, non si capisce se la critica del deputato di Fratelli d'Italia, formazione politica di estrema destra, sia da considerare di natura ecologista oppure sia dettata solo da motivi ideologici... di stampo fascista!

Probabilmente, però, se la Raggi avesse detto che gli alberi che vuole far sradicare li aveva piantati Gramsci, allora non avrebbe avuto bisogno di chiedere aiuto al Governo per ottenere i fondi allo scopo: Rampelli e i colleghi parlamentari del suo gruppo sarebbero corsi in massa per tagliarli... magari facendosi aiutare anche da Forza Nuova, CasaPound, ecc.