Inizialmente lo Shin Bet aveva negato ad Ahed Tamimi e alla sua famiglia il permesso di uscire dai Territori occupati per rispondere agli inviti ricevuti da gruppi che supportano i diritti umani in molti Paesi europei. Ma vietare ad Ahed di andare all'estero è stata però giudicata, successivamente da un punto di vista mediatico, una scelta sbagliata.

Così, la ragazzina palestinese che è stata incarcerata per 8 mesi da un tribunale di Israele per aver schiaffeggiato due soldati dell'IDF ha potuto portare la propria testimonianza fuori dalla Palestina.

Ma l'iniziativa sarebbe forse passata sotto silenzio se la ragazzina, in visita in Spagna, non fosse stata invitata dal Real Madrid ad assistere al derby contro l'Atletico, finito in parità a reti inviolate, con Emilio Butragueno, ex stella del Real e adesso uomo immagine dei blancos, che prima dell'incontro ha donato ad Ahed Tamimi una maglia personalizzata con il suo nome, testimoniando il tutto con una foto, con le coppe dei Campioni vinte dai madrileni che troneggiano sullo sfondo.

Inutile dire che alcuni politici israeliani hanno masticato amaro, così come molti fanatici ebrei che nel mondo supportano l'apartheid messo in atto da Israele.

Alcuni esempi.

Bezalel Smotrich, deputato e membro del partito Casa Ebraica: «Secondo me, avrebbero dovuto spararle contro una pallottola, almeno nella rotula, ciò l’avrebbe messa agli arresti domiciliari per il resto della vita.»

Emmanuel Nahshon, portavoce del ministro degli esteri israeliano: «Peccato, il Real Madrid riceve una terrorista che incita all’odio e alla violenza… cosa c’entra questo con i valori del calcio?!?!»

Daniel Kutner, ambasciatore israeliano in Spagna, ha dichiarato che non andrà più allo stadio.

Al di là delle motivazioni che hanno spinto il Real a tale iniziativa, le conseguenze dal punto di vista mediatico relative alla vicenda a favore della causa dei palestinesi valgono più di molte dichiarazioni e manifestazioni fatte finora.