Firenze

Elezioni, la svolta di Piombino: al ballottaggio, ma col centrodestra in vantaggio

Chi è l'avvocato quarantenne di Fratelli d'Italia che ha sfiorato una storica vittoria al primo turno nel polo dell'acciaio, da sempre roccaforte di sinistra. Adesso lì il Pd precipita. E per la prima volta la città va al secondo turno: la sfida finale è tra Anna Tempestini (centrosinistra) e Francesco Ferrari
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Il candidato del centrodestra, Francesco Ferrari ha sfiorato una vittoria clamorosa al primo turno delle elezioni amministrative a Piombino. Un colpo che sta scuotendo la sinistra da queste parti, come un vento artico. Succede infatti quello che non era mai accaduto in una delle roccaforti rosse della Toscana, quella delle percentuali bulgare del Pci e delle vittorie solide del Pd. La Piombino della classe operaia delle acciaierie, della crisi che qui ha colpito duro, adesso va al ballottaggio. Mai successo nella storia. Qui i sindaci si sono sempre eletti al primo turno e sono sempre stati di sinistra. Dopo lo spoglio di domenica però lo scenario è completamente mutato.

Francesco Ferrari, un avvocato quarantaduenne, consigliere comunale uscente di Fratelli d'Italia, ha ottenuto al primo turno il 48,02 per cento dei voti, si è fermato cioè a poco più di trecento voti dalla meta. "Uno di Fratelli d'Italia, capisci?" si guardano straniti a sinistra. Eppure è successo, fra quindici giorni Ferrari andrà al ballottaggio da favorito rispetto all'altra candidata sindaca, Anna Tempestini, 63 anni, dipendente dell'Inps, un passato da assessore fra il 2004 e il 2014 (giunta Anselmi), poi allontanatasi dal Pd renziano, l'impegno nel volontariato e infine la telefonata: "Mi hanno chiamato tardi, ma con una destra così dall'altra parte, ho pensato che fosse importante provarci". Lei andrà al ballottaggio con un centrosinistra che si è fermato al 28,8%. "Non sarà una battaglia facile" ammette Tempestini.

Dall'altra parte c'è una squadra dinamica piena di facce nuove: "Pensiamo che Piombino abbia bisogno di un cambiamento rapido dopo quindici anni di malgoverno della sinistra" dice Ferrari che ha vinto in tutte le sezioni, comprese quelle storiche e popolari affacciate alla grande acciaieria ex Lucchini ora Aferpi, il quartiere del Cotone e del Poggetto. Come si spiega questo terremoto, questo scivolamento così deciso verso destra?

Qui la Lega nel 2014 nemmeno si era presentata con una propria lista, ora ha ottenuto il 16,5%. Appena meno della lista civica che sostiene Ferrari sindato che ha ottenuto il 17%. A riprova che nelle Comunali si vota il candidato più che il partito o la coalizione che sta alle spalle, in questo caso  Lega, Fratelli d'Italia, Forza Italia, Udc e tre liste civiche. "Guardi che nella nostra coalizione c'è una connotazione molto civica, il capolista della lista Ferrari è Giuliano Parodi, ex sindaco Suvereto che è stato un esponente della sinistra" dice il candidato. Ma come si arriva al voltafaccia proprio in questa che è la città operaia per anni dominata dal pennacchio di fumo di Afo, l'altoforno dell'Ilva? "

Sono stati commessi molti errori del Pd negli ultimi anni" riprende Ferrari che poi elenca "la mancata diversificazione economica, un luogo diventato schiavo della monocultura dell'acciaio". Infine la questione discarica dei rifiuti speciali che prima era una discarica di rifiuti urbani: "Da consigliere dell'opposizione avevamo chiesto un referendum consultivo sulla privatizzazione paventata dall'amministrazione e sul progetto di raddoppiare i volumi di quella discarica. Il referendum è stato respinto. Ma ora io prometto che impedirò il raddoppio dei volumi di discarica" dice Ferrari che per slogan ha scelto due parole soltanto: "Cambiamo marcia" e che è andato a cercare voti e a confrontarsi anche nelle acciaierie.



Alcune delle partite da giocare per i candidati sono le stesse: "la bonifica delle parti pubbliche dell'area industriale (Sin, sito di interesse nazionale), realizzare la 398 strada di accesso alla città (chiunque abbia preso un traghetto di sabato o di domenica in estate ricorda le code), il rilancio e gli investimenti sul turismo e trovare le ricette per creare posti di lavoro.

"Saranno quindici giorni di una campagna elettorale intensa - riprende la candidata del centrosinistra Anna Tempestini - proveremo a dialogare con le altre forze della sinistra". Rifondazione qui ha preso il 7%, il Movimento 5 Stelle l'11,4% (erano al 15 nelle precedenti elezioni). I giochi insomma non sono del tutto chiusi. Ma il vero problema con cui fare i conti è il crollo del Pd: dal 48% delle amministrative che hanno eletto al primo turno il precedente sindaco, Massimo Giuliani, al 23,5% di oggi. Un precipizio che apre sicuramente molti interrogativi sui rapporti con la città: "Penso che la pronfonda crisi economica che ha attraversato Piombino abbia segnato le persone - spiega Tempestini - ci sono accordi di programma, ammortizzatori sociali, c'è l'acciaieria che ha rischiato di chiudere e che invece ora continua a produrre proprio grazie all'impegno di una classe di governo che va dal Comune alla Regione. E ci sono progetti avviati ma da sbloccare, penso al porto, alla strada 398, ai binari della ferrovia che devono arrivare al porto". Così fra l'estate che arriva, le inquietudini delle tute blu, la crisi del commercio e un turismo che ancora non decolla, Piombino vive gli ultimi quindici giorni di una campagna elettorale dove tutto può ancora succedere, ma molto è già successo e su quello la sinistra dovrà comunque riflettere.