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Chi sono i due vescovi cileni ridotti allo stato laicale da Papa Francesco

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Uno, già noto per i suoi atteggiamenti criminogeni verso minori, dimissionato da arcivescovo di La Serena e poi destinato nel 2002 a preghiera e penitenza nella tedesca cittadina di Vallendar, ma fino a poco tempo fa ancora mai finito sotto processo. L’altro, vescovo di Iquique fino al 2012, dimissionato da Benedetto XVI dopo i sospetti di abusi sessuali su adolescenti diffusi dalla stampa cilena, risalenti all’epoca in cui era rettore del Santuario di Nostra Signora del Carmelo a La Tirana, poi da lui stesso ammessi come atteggiamenti “imprudenti” verso un giovane che in quel momento “non era minore”. Sono i due presuli oggi dimessi dallo stato clericale da Papa Francesco, Francisco José Cox Huneeus, membro dell’Istituto dei Padri di Schoenstatt, e Marco Antonio Órdenes Fernández, secondo quanto comunicato dalla Santa sede. Entrambi “come conseguenza di manifesti atti di abuso su minori”, e con una decisione che “non ammette ricorso”.

La stessa sorte cioè, la più dura possibile da parte della Santa sede, toccata già il 30 settembre scorso all’ancora più noto, e influente, Fernando Karadima, sacerdote abusatore condannato nel 2011 dalla Congregazione per la dottrina della fede, che ha trascinato con sé le sorti di altri vescovi legati alla sua vicenda, come il vescovo di Osorno Juan de la Cruz Barros accusato dalle vittime di avere insabbiato la vicenda. E che in definitiva ha portato nientemeno che alle dimissioni in blocco dell’intero episcopato cileno, dopo l’iniziale difesa da parte di Bergoglio, sull’aereo di ritorno dal Cile, poi ritirata dallo stesso pontefice dopo avere inviato l’arcivescovo Charles Scicluna per redigere un dossier in cui puntualmente sono saltate fuori tutte le verità dei fatti. Ovvero, della realtà degli abusi e delle coperture nella Chiesa cilena, prima che il Papa incontrasse infine personalmente in Vaticano tre delle vittime di Karadima.

Dei 27 vescovi ordinari e 7 ausiliari dimessi al seguito dell’incontro con il Papa, dal 15 al 17 maggio scorso, continua la liste di quante di queste sono state al momento accettate da Bergoglio, che giorno dopo giorno sta portando avanti la sua opera di rimozione di presuli, riguardo al tragico tema degli abusi. Finora sono sette, in totale, accompagnate dalla lettera inviata lo scorso giugno da Francesco “al popolo di Dio pellegrino in Cile”. E la sorte destinata a questi ultimi due vescovi, al momento inattivi, si dice che potrebbe riguardare negli Stati Uniti anche il cardinale McCarrick. La notizia delle dimissioni è stata diffusa proprio mentre il Papa incontrava nel Palazzo Apostolico Vaticano il Presidente della Repubblica cilena Sebastián Piñera Echenique.

Incontro nel quale, ha poi comunicato il Vaticano, “è stato espresso compiacimento per i buoni rapporti esistenti tra la Santa Sede e il Cile. Successivamente ci si è soffermati sulla situazione del Paese, con particolare riferimento alla difesa della vita e alla dolorosa piaga degli abusi contro i minori, ribadendo l’impegno di tutti alla collaborazione per combattere e prevenire il perpetrarsi di tali crimini e il loro occultamento”. “Abbiamo avuto un incontro molto buono e franco. Abbiamo parlato della difficile situazione che la Chiesa in Cile sta vivendo attualmente. Condividiamo la speranza che la chiesa possa vivere una vera rinascita e recuperare l’affetto e la vicinanza del popolo di Dio. E che posso continuare a svolgere il ruolo importante che la Chiesa svolge nel nostro paese”, è quanto ha affermato a sua volta il presidente cileno.

“Abbiamo parlato della situazione in America Latina, il Papa è preoccupato per le questioni relative alla migrazione. Era molto informato sulla politica cilena in quella materia parlato del visto di responsabilità democratica con venezuelani e preoccupati, come tutti noi, della situazione che riguarda il Venezuela e il Nicaragua”. Come scrive il sito paravaticano Il Sismografo, diretto dal giornalista cileno Luis Badilla, monsignor Cox, che “da moltissimi anni in Cile viene accusato, e indicato pesantemente, come un omosessuale incontenibile e anche come un pedofilo seriale”, “nonostante la gigantesca evidenza dei reati commessi è stato sempre ben protetto dal cardinale Francisco Javier Errázuriz, ex arcivescovo di Santiago del Cile, anche lui membro dei Padri di Schoenstatt, grande amico dell’allora Segretario di Stato cardinale Angelo Sodano, artefice di alcuni passaggi in Vaticano del vescovo Cox per sottrarlo ai processi”.

Errázuriz è membro del C9, il Consiglio dei cardinali che aiuta da vicino il Papa nella sua riforma della Curia, ed è uno dei tre che non ha partecipato all’ultima riunione del consiglio, visto che si presume la prossima accettazione delle sue dimissioni, o quanto meno un suo allontanamento dal gruppo, in quanto anch’egli al centro di attacchi da parte delle vittime degli abusi. Mentre per quanto riguarda il nuovo Sostituto alla Segreteria di Stato della Santa Sede, l’inaspettato monsignore venezuelano Edgar Peña Parra, che prenderà il posto del cardinale Angelo Becciu passato alla Congregazione per le Cause dei Santi, il giornalista de L’Espresso Emiliano Fittipaldi ha già anticipato sul sito del settimanale dell’esistenza di “un durissimo rapporto sulle presunte condotte immorali del sacerdote” in mano ai suoi “oppositori”.

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