Mantova-Cremona: il tavolo incalza la Regione

Sindaci e parlamentari riuniti con la Cappellari: si decida in fretta sull’autostrada. In caso di rifiuto pronte le richieste: finire l’Asse sud e sistemare l’ex statale 10. E il comitato inscena la protesta

MANTOVA. «Si decida in fretta se fare o no la Mantova-Cremona e, nel caso, si opti per il no, si completi l’asse sud di Mantova e si riqualifichino i territori dei Comuni interessati dal tracciato autostradale». È questa la conclusione a cui è pervenuto il tavolo tra sindaci, parlamentari e consiglieri regionali convocato il 30 novembre dalla presidente della commissione affari istituzionali in Regione Alessandra Cappellari, in vista di quello per la competitività di Mantova e Cremona in programma l’11 dicembre al Pirellone.

In quella sede le istituzioni mantovane dovranno presentarsi con una posizione univoca: sì o no all’autostrada. Difficile, però, che ci si arrivi. «Oggi (il 30 novembre, ndr) - spiega la Cappellari - è emersa fortissima la richiesta collegiale che ci sia una risposta chiara in merito alla Mantova-Cremona, e che si prenda una decisione: o sì o no, perché il territorio non può più aspettare».

Le istituzioni hanno già in mente cosa chiedere in caso di risposta negativa sull’infrastruttura: «Il completamento della tangenziale sud del capoluogo e la riqualificazione dei territori che sarebbero toccati dalla Mantova-Cremona» annuncia la Cappellari.

Per queste due opere, è stato ribadito, sono fondamentali A22 e Rfi: la prima come titolare della concessione rinnovata (si è ribadito che ormai l’Unione Europea ha già dato il suo assenso), che dovrà occuparsi della tangenziale, la seconda come titolare del progetto di raddoppio della linea ferroviaria Mantova-Piadena che prevede anche l’eliminazione dei passaggi a livello, con le relative opere compensative. «Per questo - dice la consigliera regionale della Lega - abbiamo chiesto che il Governatore Fontana, con il presidente della Provincia, si sieda al tavolo con A22 a nome del nostro territorio».

L’attesa, dunque, è tutta per Infrastrutture lombarde, la società della Regione che sta esaminando la compatibilità economico-finanziaria del progetto autostradale: «I tecnici della Regione ci hanno riferito che il lavoro è quasi finito - informa la Cappellari - Quando si conoscerà il risultato si deciderà con la società Stradivaria».

«Si cerca di definire una precisa strategia per far dire no alla Regione - tuona Cesare Vacchelli del comitato anti-autostrada che ieri, con Sinistra italiana, mentre era in corso il vertice istituzionale, ha protestato davanti alla sede della Regione in Pradella esponendo striscioni e distribuendo volantini - ed è quello che non vogliamo. Il pericolo, infatti, è che la Regione lasci le cose come stanno, mentre noi vorremmo che gli enti mantovani e cremonesi si presentino al tavolo dell’11 con una posizione univoca: no all’autostrada e sì alla riqualificazione della ex statale 10. L’opera è insostenibile: la Regione rescinda il contratto con la Stradivaria, una scatola vuota».

Sulla stessa lunghezza d’onda Franco Tiana e Fausto Banzi di Si: «Anche gli agricoltori pretendono di sapere cosa ne sarà dei loro terreni, finora bloccati». Al tavolo c’erano anche i deputati Dara (Lega), Baroni (FI) e Zolezzi (M5S), i consiglieri regionali Fiasconaro (M5S), Forattini (Pd) e Mazzali (FdI), il vice presidente della Provincia Galeotti, i rappresentanti dei Comuni di Bozzolo, Mantova, Borgo Virgilio, Curtatone, Castellucchio e Bagnolo e il presidente dell’agenzia del trasporto pubblico locale di Mantova e Cremona, Pastacci. 

Sandro Mortari

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