Il vescovo e le idee per la città: ospitalità, ambiente, Europa

di Barbara Rodella
Nel discorso pubblico Busca sottolinea l’importanza delle politiche green. E ricorda il ruolo degli anziani, delle giovani generazioni e la sensibilità femminile

MANTOVA. Europa, politica, ambiente e cultura. Questi i temi centrali del discorso del vescovo Marco Busca “Per una cultura dell’urbanità” in occasione del patrono della città, Sant’Anselmo da Lucca. Il messaggio si ispira a una storia: il viaggio, raccontato in un diario, di una delegazione di quattro giovani giapponesi in Europa dal 1582 al 1590 e, in special modo, alla loro tappa mantovana ospitati dai Gonzaga dal 15 al 18 luglio 1585. «Raccontare significa da una parte conservare le radici, dall’altra stabilire un’alleanza tra una cultura come memoria e una cultura come innovazione e ricerca» esordisce Busca che sottolinea i quattro concetti chiave del termine urbanità emerso nel racconto dei quatro viaggiatori: appartenenza all’Europa, ospitalità, attenzione all’ambiente e capacità di contemplazione.

Dal 1957 si parla di comunità europea, dal 2002 di unità monetaria. «È stato un cammino travagliato. C’è sempre la tentazione di tronare indietro. Preoccupano i rigurgiti di un rinascente nazionalismo che innalza l’idea di un piccolo mondo antico autosufficiente. Ma urbanità significa convivere tra diversi» continua il vescovo. A breve saremo chiamati a esprimere un voto. «Ci vuole più ragionevolezza e meno istintività. La politica non dovrebbe cercare un consenso a breve termine facendo leva su paure e pregiudizi. Un leader politico deve avere le tre C: coerenza tra quello che promette e quello che può mantenere; compassione, ossia la capacità di immedesimarsi nei problemi e nelle storie del popolo; e competenza perché la politica non è l’arte dell’improvvisazione ma necessita di studio e formazione sul campo».

Focus quindi sul concetto di ospitalità, dall’accoglienza dei migranti alla vicinanza delle persone più povere. La società pluriculturale può generare inquietudini e paure ma «non può scatenare la contrapposizione tra italiani e stranieri». La presenza di 600 realtà di volontariato a Mantova è «un dato confortante, testimonia come qui il patrimonio di valori etici sia ancora in grado di alimentare un prezioso senso di solidarietà che frena la disgregazione dei rapporti». L’attenzione deve cadere verso i nuovi poveri, coloro che chiedono un lavoro dopo averlo perso, gli anziani soli e chi sprofonda nella depressione e nell’ansia. Guardando all’ambiente, anche le città devono diventare «luoghi più sostenibili, resilienti, sani e gradevoli investendo negli spazi verdi, incentivando forme di mobilità intelligente e meno impattanti». E per il futuro? Servono persone illuminate: «creative e profetiche». Occorre saper contemplare: «cambiare il ritmo della vita adottando tempi di pausa e di silenzio per osservare la realtà. Accelerare logora vita psichica e legami. L’uomo non deve essere schiavo del tempo». 

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