Mafia nigeriana, arrestato a Mantova un ricercato

Bloccato in via Parma, contro di lui un mandato di cattura per tratta degli schiavi e sfruttamento della prostituzione

MANTOVA.  I carabinieri lo hanno fermato mercoledì in via Parma, a due passi da una sala giochi. E quello che doveva essere un controllo di routine si è trasformato in arresto. Alex E., 42enne nigeriano, era latitante da mesi. Su di lui, dallo scorso 19 novembre, pesava un mandato di cattura internazionale del tribunale di Torino. I reati che gli vengono addebitati: associazione a delinquere di stampo mafioso, immigrazione clandestina e sfruttamento della prostituzione. In sostanza, è accusato di essere un elemento della mafia nigeriana, un’organizzazione criminale che si occupa di traffico di stupefacenti, sfruttamento dell’immigrazione clandestina e della prostituzione. L’uomo è stato rinchiuso nella casa circondariale di via Poma.

«È la prima cattura di un esponente della mafia nigeriana in territorio mantovano – è il commento del comandante provinciale dei carabinieri, colonnello Fabio Federici – l’episodio deve portare a una riflessione: se la sua presenza sia il campanello d’allarme di un eventuale tentativo di ramificazione della mafia nigeriana in quest’area o solo un’occasionale presenza. La mafia nigeriana, la Cosa Nera come viene chiamata, è una pericolosa realtà ed è strutturata come un network criminale. Agisce con una duttile capacità manageriale e un diversificato portfolio di crimini, che vanno dalla tratta di esseri umani alla riduzione in schiavitù, fino allo sfruttamento della prostituzione e al traffico di stupefacenti, senza disdegnare azioni efferate e sanguinarie».

Una nota del comando provinciale promette: «L’attenzione dei carabinieri, in sinergia con le altre forze di polizia, rimarrà alta sia nella fase preventiva che repressiva per scongiurare eventuali tentativi di infiltrazione». Dopo l’arresto il prefetto Carolina Bellantoni ha espresso apprezzamento ai carabinieri.

Sempre mercoledì almeno cinquanta militari dell’Arma sono stati impegnati in un’operazione di controllo e vigilanza delle aree a rischio a livello provinciale «finalizzata – spiega una nota – all’espletamento di servizi ad alto impatto di contrasto ai reati predatori in genere, con particolare riferimento alle rapine e ai furti in abitazione, allo spaccio di stupefacenti, allo sfruttamento della prostituzione». I risultati: oltre 120 persone identificate; cinquanta automezzi, cinque aree sensibili e diciotto locali pubblici sottoposti a controllo; visita a cinque persone agli arresti domiciliari; dieci violazioni al codice della strada accertate. —


 

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