La minoranza al Tar: «Pgt illegittimo, va annullato e rifatto»

Bavutti: «Documentazione fornita in ritardo e cambiata». L’attacco: centro islamico trasformato in una moschea

MOGLIA. L’opposizione ricorre al Tar contro il Pgt, il Piano di governo del territorio, approvato alla fine dello scorso anno. Fra i motivi della richiesta di annullare l’atto, ritenuto illegittimo, il ritardo oltre i termini di legge nel fornire la documentazione ai consiglieri; il cambiamento di oltre l’80% degli articoli normativi, che rappresentano il cuore delle regole urbanistiche; la trasformazione del centro culturale islamico in un luogo di culto attraverso un colpo di penna e non con una discussione consiliare. Tutti motivi che hanno spinto l’ex sindaco Claudio Bavutti e i consiglieri Erica Spaggiari, Daniela Baraldi e Mattia Chitelotti a prendere carta e penna e rivolgersi al Tar perché sospenda il Pgt e quindi lo annulli.

Tutto nasce nell’agosto scorso quando in consiglio viene portata per la prima volta la variante del Piano regolatore, lo strumento che disegna il futuro urbanistico del Comune. L’adozione passa in prima lettura e, come prevedono le regole, seguono i tempi necessari per le osservazioni. La convocazione per l’approvazione è per il 13 dicembre, ma il materiale che serve alle opposizioni per documentarsi viene spedito con forte ritardo non consentendo un esame del materiale. Per questo motivo, nel corso della seduta, le opposizioni leggono un documento ed escono dall’aula, chiedendo di rinviare il punto. In più a presentare la maggior parte delle osservazioni non furono privati cittadini, ma l’Ufficio tecnico dello stesso Comune che modificò profondamente ed in modo irrituale in corso d’opera il documento. Al punto che esiste «una sostanziale incomparabilità» fra il testo dato in approvazione e quello poi modificato.

Fra i punti contestati anche la definizione di luogo di culto data dal Pgt al Centro culturale islamico «contravvenendo alle regole della Regione», spiega il ricorso. Con una lesione delle prerogative del consiglio, unico luogo che può approvare l’istituzione di un luogo di culto.

Su questo tema in particolare era già intervenuta la Regione imponendo di verificare la regolarità del luogo di culto islamico di via Verdi ricordando il dovere, nel caso di illegittimità, di sanzionare e intimare la cessazione delle pratiche religiose.


 

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