Genova

La diaspora renziana: la ex maggioranza si spacchetta in tre

Pinotti e Pandolfo con Zingaretti, Paita e Rossetti con Martina. mentre i duri e puri del renzismo alla fine appoggeranno Giachetti

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È una vera e propria diaspora: la vecchia maggioranza renziana del Pd non c’è più. Anche in Liguria e a Genova, a ridosso delle primarie del partito fissate per il 3 marzo 2019, si è dissolta in più rivoli. Un epilogo in parte già visto negli anni scorsi, quando la maggioranza bersaniana nel giro di poche settimane in buona parte si accodò al nuovo leader, l’allora sindaco di Firenze. E solo in pochissimi, alla fine, seguirono il vecchio segretario nell’avventura ( sfortunata) del “ Movimento democratici e progressisti” e poi di Liberi e Uguali. Oggi invece il candidato forte che incarna la “ nuova fase” è Nicola Zingaretti, al 48 per cento dei consensi alle primarie secondo un sondaggio Twig. Il presidente della Regione Lazio è politicamente agli antipodi di Renzi e della sua linea centrista ( « Siamo apparsi un corpaccione privo di anima e sorretto solo dall’esercizio del potere (...) Renzi si è via via isolato, ha ristretto a pochi la plancia del comando, ha sottovalutato suggerimenti e critiche sincere » , confessò al Foglio mesi fa) ma poco importa: oggi sono parecchi i renziani che lo appoggiano.
“Area dem”, cioè la corrente legata a Dario Franceschini, si è da tempo spostata su Zingaretti. E quindi sono con lui la ex ministra Roberta Pinotti e il segretario della federazione genovese Alberto Pandolfo. Più vari giovani del territorio della cordata pinottiana: vedi Andrea Crocilla, consigliere Municipio Medio Levante; Andrea Visentin del gruppo comunicazione; Francesco Tigoli, segretario del circolo Sturla- Quarto e consigliere municipale IX Levante. Ovviamente vanno ad aggiungersi agli orlandiani, cioè vicini all’altro ex ministro ligure Andrea Orlando, cioè la vecchia minoranza di sinistra che a livello nazionale valeva poco meno del 20 per cento del partito e invece a Genova superava il 40. «I rapporti con gli ex renziani oggi con Zingaretti sono buoni, anche perché veniamo da quasi due anni di gestione collegiale del partito», racconta un orlandiano doc. Infatti lo scorso anno il Pd genovese, nel mentre a Roma Renzi e co. esacerbavano lo scontro interno evocando i “ lanciafiamme” verso i dubbiosi, aveva scelto di mettersi d’accordo: ovvero non andare alla conta e infine convergere su Pandolfo. E così, a capo dell’area zingarettiana, oggi ci sono — tra gli altri — il capogruppo pd in Regione Giovanni Lunardon, il consigliere comunale Alessandro Terrile, l’ex deputato Mario Tullo.
« Abbiamo smarrito le nostre parole: non quelle del chiacchiericcio mediatico, ma quelle che danno identità, illuminano le politiche che fai quando governi e fanno capire per che cosa ti batti. Abbiamo smarrito il senso, ancora prima del consenso » , è scritto invece nel documento di presentazione della candidatura di Maurizio Martina. Ex vice di Renzi, poi segretario di transizione in questi mesi decisamente critico verso il predecessore; una volta saltata la candidatura di Marco Minniti, un bel pezzo della ormai ex maggioranza ha deciso di virare su di lui, ora non più terzo incomodo ma principale avversario di Zingaretti, dato al 43 per cento sempre secondo il sondaggio Twig. Lo appoggeranno quindi super renziani come la deputata Raffaella Paita, i consiglieri regionali Pippo Rossetti e Valter Ferrando, il segretario regionale del Pd e senatore Vito Vattuone, la consigliera comunale Cristina Lodi. Secondo Martina, subito dopo le elezioni europee, con la nuova assemblea nazionale del Pd, « sarà decisivo promuovere una costituente di tutti i democratici e i riformisti italiani unendo le loro energie. Partire dal Partito democratico per arrivare ai democratici. Questo lavoro dovrà svilupparsi anche in Europa a partire dalla famiglia socialista». Insomma, potrebbe nascere un nuovo partito, ma allargato ad altre realtà “riformiste”.
La terza opzione dei renziani, in questo caso quelli duri e puri e pronti se necessario a uscire dal Pd insieme all’ex segretario — ad oggi un suo personalissimo soggetto politico è quotato 5 per cento — è l’accoppiata Roberto Giachetti e Anna Ascani. Li appoggiano l’ex presidente di Legacoop Liguria Claudio Pontiggia, per venti anni funzionario del Pci; la segretaria del circolo Pd operatori del sociale Irene Tesini e pochi altri. A livello nazionale l’area varrebbe un 8- 9 per cento e viene considerata quella più moderata sul piano ideologico; e contemporaneamente intransigente nel difendere l’operato dell’ex segretario e anzi convinta che Renzi, in questi anni, abbia peccato di eccessiva timidezza.